traffico di cannabis a Niort, una quarta uscita nel

traffico di cannabis a Niort, una quarta uscita nel
traffico di cannabis a Niort, una quarta uscita nel
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Vienna: traffico di cannabis a Niort, quarta scarcerazione nell’inchiesta sospesa

La giustizia ha dovuto rilasciare, questo martedì 2 luglio 2024, un nuovo sospettato implicato da un anno nel grande traffico di droga a Niort. L’indagine del giudice istruttore è stata interrotta mentre i casi sono stati dichiarati nulli.

Un caso chiave del traffico di droga a Niort sta attraversando tempi difficili. Agli inizi di maggio del 2024 un provvedimento insolito è caduto sulla testa del gip che da un anno era incaricato di coordinare le indagini della polizia giudiziaria.

La sua indagine, in fase di completamento, è stata semplicemente sospesa il 6 maggio. Una sospensione decisa dalla sezione istruttoria della Corte d’appello di Poitiers in attesa dell’esame delle nullità previsto solo nel prossimo settembre.

I telefoni dei sospettati sono stati clonati per monitorarli meglio

Da allora, tre dei principali protagonisti incriminati e messi in custodia cautelare nella primavera del 2023 sono stati rilasciati, il che sta provocando imbarazzo nella comunità legale.

Il mandato di custodia cautelare nei confronti di uno di loro stava per scadere e non poteva nemmeno essere rinnovato. Se n’è andato quindi senza il minimo vincolo di controllo giudiziario.

Altri due sono stati rilasciati ma posti sotto controllo giudiziario. Questo è quello che è successo ancora una volta questo martedì.

Grandi auto e viaggi a Meaux

I protagonisti, che guidavano motori di grandissime dimensioni, sono accusati di aver effettuato importanti forniture di hashish a Bordeaux ma soprattutto nei pressi di Meaux, nella grande regione parigina.

Se si tiene sotto controllo anche la sorte giuridica di questo caso, è perché è considerato un perno per spiegare ciò che sta accadendo nel quartiere Clou-Bouchet di Niort, segnato da numerosi regolamenti di conti sullo sfondo del traffico di droga.

Accedi alla messaggistica crittografata

Per penetrare i misteri della tratta gli investigatori hanno utilizzato tecniche degne di intelligence, la cui legalità è contestata in tribunale.

Avrebbero clonato i cellulari degli indagati per poter spiare le loro conversazioni su servizi di messaggistica criptati, e quindi teoricamente inviolabili, come Telegram o WhatsApp.

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