Cappella del Terz’Ordine di Perpignan: “PICS”, nelle foto di Didier Van Der Borght ci sono dei cactus

Cappella del Terz’Ordine di Perpignan: “PICS”, nelle foto di Didier Van Der Borght ci sono dei cactus
Cappella del Terz’Ordine di Perpignan: “PICS”, nelle foto di Didier Van Der Borght ci sono dei cactus
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Fino al 4 agosto, presso la cappella Tiers-Ordre di Perpignan, l’Assessorato alla Cultura della Città presenta “Pics”, la mostra di fotografie di Didier Van Der Borght: un sorprendente tuffo nel cuore dei cactus e delle piante grasse.

Nel PO ci sono cactus. È impossibile non vederli. Didier Van Der Borght era orgoglioso di fotografarli così come le piante grasse. E quando li guardi da lontano, non hai assolutamente idea di cosa puoi vedere da vicino!
È questa l’originalità di questa mostra realizzata interamente in digitale. Le riprese sono reali, sempre con luce naturale e in esterno. Didier Van Der Borgh ha semplicemente accentuato le caratteristiche di queste piante attraverso ritagli insoliti, un po’ macro, la ricerca del dettaglio, per poter dare una visione particolare. “Inizialmente volevo un approccio scientifico. Ho imparato molto su queste specie, lui spiega. Ma, probabilmente a causa del mio background come fotografo di moda, ho bisogno che ci sia una dimensione estetica. Per la cromia mi sono ispirato all’imaging medico”. Dimensione estetica, è un eufemismo. Assolutamente fantastico! Ogni immagine è un enigma. Materiali iper organici ma… sono pur sempre piante? Virus forse? Insetti? Alieni? HR Giger non avrebbe smentito certe foto… Il lavoro sulle texture è sorprendente: vellutate, pelose, lisce, setose, opache, lucenti… Didier Van der Borght ha coltivato anche la grafica delle yucche, tra gli altri, in “Soulages “pieghe.
Questa mostra comprende una seconda serie incentrata sul deperimento, in particolare dell’agave che, certamente, conosce una sola fioritura, ma non muore a causa di essa. “Sono piante straordinarie che resistono a tutto!il pieno di sentimento Didier Van Der Borght. Qui volevo evocare il concetto di sopravvivenza, la fine dei tempi, e mostrare che può anche essere bello”. Anche qui notevole opera grafica che ricorda le incisioni ottocentesche: “Come nei libri di Jules Verne”. E il fotografo, che ama la pareidolia, non se ne è privato.
“Oggi il mio percorso è più quello di un artista visivo che usa la fotografia piuttosto che di un fotografo che cerca di realizzare foto d’arte, specifica. Parto sempre dal concetto, non dall’immagine. Trovo un argomento e provo a deviarlo. Che non sappiamo più se provenga dalla realtà o da una pura creazione”. FOTO ne è un esempio straordinario.

Place de la Revolution Française. Aperto tutti i giorni dalle 10:30 alle 18:30 Ingresso gratuito.

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