La giustizia annulla la chiusura del collegio musulmano di Nizza

La giustizia annulla la chiusura del collegio musulmano di Nizza
La giustizia annulla la chiusura del collegio musulmano di Nizza
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Avicenna esce rafforzata da questa prova“, si è rallegrato l’avvocato del collegio, Me Sefen Guez Guez, che intende tornare presto davanti al tribunale amministrativo per contestare il rifiuto delle richieste dell’istituto di metterlo sotto contratto con lo Stato.”La prefettura prende atto della decisione del tribunale amministrativo pur ritenendo che l’opacità dei conti dello stabilimento, riconosciuta e ammessa dal tribunale, pone reali problemi rispetto alla legge sul separatismo“ha reagito la Prefettura in un breve comunicato.

Situato in una zona svantaggiata di Nizza, questo college privato senza contratto, aperto nel 2016, accoglie un centinaio di studenti. La polemica ha fatto lievitare le iscrizioni, che l’anno prossimo saliranno a 130 con l’apertura di una seconda classe di 6a elementare. Le autorità non mettono in dubbio la qualità dell’istruzione fornita, confermata dal successo degli studenti nei Brevet e poi nelle scuole superiori pubbliche.

Ma la legge 2021 contro il separatismo impone agli istituti non contrattuali di informare l’amministrazione dell’origine dei loro finanziamenti, e l’associazione Avicenne, emanazione dell’Unione dei Musulmani delle Alpi Marittime (Umam) e direttrice del collegio, non è riuscita a farcela rispondere alle richieste.

Per molto tempo le tabelle non furono nella forma richiesta e le ultime menzionavano solo i cognomi dei contributori. Poiché le famiglie pagano 200 euro al mese per studente, l’associazione fa molto affidamento sulle donazioni per far fronte al proprio budget.

Se le tabelle e i documenti forniti dall’associazione Avicenne per gli anni dal 2018 al 2022 contengono errori e inesattezze, queste irregolarità constatate non sono (…) idonee a giustificare la chiusura definitiva dello stabilimento“, ha concluso il giudice amministrativo nella sentenza di merito.

La decisione di chiudere Avicenne è stata annunciata il 26 febbraio dal ministro dell’Istruzione nazionale Nicole Belloubet e ordinata il 14 marzo dal prefetto Hugues Moutouh.

“Soffriamo il separatismo”

I responsabili di Avicenna hanno poi denunciato un”implacabilità“All’inizio di giugno, anche il direttore del collegio, Idir Arab, ha menzionato “un sentimento di ingiustizia” : “Hai un piccolo progetto che sta funzionando in un quartiere dove tutto è al collasso, perché chiuderlo?

Tanto più che dal 2019 il collegio chiede di stipulare un contratto con lo Stato francese, il che implica un controllo ancora più ampio da parte delle autorità pubbliche. Un’ispezione dell’autunno 2020 ha criticato l’assenza di un laboratorio fisico-chimico e la mancanza di infrastrutture per l’educazione fisica.

Da allora è stato allestito il laboratorio e riservati posti in piscina o in altre strutture ma il rettorato non ha dato ulteriori notizie. Contattato dall’AFP, non ha voluto parlare.

Soffriamo di separatismo anche se vorremmo integrare il sistema“, si è rammaricato Idir Arab, riassumendo il suo discorso agli studenti: “Sei francese, dimostrerai al mondo che esisti e che abbiamo bisogno di te“.

Ad Avicenna, gli studenti seguono il programma ufficiale, con un’ulteriore 1 ora e 30 di lingua araba e 1 ora e 30 di etica musulmana. L’abbigliamento è molto vario e gli insegnanti di tutte le fedi. “Voglio Lamartine, Victor Hugo, Pasteur e i logaritmi“, ha spiegato Otmane Aissaoui, presidente di Avicenne e Umam. “Vuoi essere un imam, questo non è Avicenna!

Nell’ordinanza di chiusura la prefettura ha evidenziato anche difformità sui prestiti trasformati in una donazione di 476mila euro a favore del collegio. Oppure un prestito concesso dal college a uno dei suoi donatori.

Sequestrata a dicembre dal prefetto, la procura di Nizza ha aperto un’indagine preliminare per abuso di fiducia. Ma secondo Me Guez Guez nessun investigatore ha finora contattato Avicenna.

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