Ci sono problemi comprovati e tangibili che possiamo vedere e che ci preoccupano: l’esplosione dei prezzi del cibo, le crescenti disuguaglianze, la scomparsa dei servizi pubblici, i padroni che ci calpestano, i leader che ci disprezzano, i nostri cari che hanno gli incidenti sul lavoro e il burn out, i nostri fratellini respinti all’università dal Parcoursup, le nostre nonne maltrattate nelle case di cura, il collasso ecologico…
E poi ci sono le fantasie, ripetute più e più volte dai media miliardari.
Da diversi giorni TUTTI gli elettori del Rassemblement National interrogati sul loro voto si giustificano con argomenti razzisti o parlando dell’“insicurezza” che “hanno visto in TV”. C’è questo pensionato di un villaggio dell’Aisne, il cui sindaco dice che non c’è stato un solo incivilimento dal 1977 ma che ha paura di uscire la sera a causa dei “tagli di coltello” di cui parlano le sue notizie. Questa signora di Concarneau che dice di essere felice nel suo quartiere e di non avere nulla di cui lamentarsi, ma di aver visto “cose in televisione”. Questo giovane paesano che parla delle donne aggredite viste in TV, anche se non si trova di fronte all’insicurezza. Questo vecchio razzista che denuncia il “Moustapha” e afferma di “non essere stupido” perché “l’ha visto in TV”.
Possiamo rivolgere il problema in tutte le direzioni, dire che non dobbiamo giudicare o evitare argomenti morali: la Francia bianca periurbana, quella delle aree suburbane senza piazze pubbliche né luoghi di incontro, territori senza legami sociali e le cui comunità sono state divise, queste aree senza servizi pubblici, senza ordini né associazioni… La Francia, che non ha alcun contatto con l’immigrazione e la delinquenza, offre un’onda anomala al neofascismo. Perché ha visto resoconti che la provocavano ansia.
