La portavoce del Raduno Nazionale Laure Lavalette si gode “un grande momento di democrazia”

La portavoce del Raduno Nazionale Laure Lavalette si gode “un grande momento di democrazia”
La portavoce del Raduno Nazionale Laure Lavalette si gode “un grande momento di democrazia”
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È difficile contattarla. Da domenica sera realizza programmi televisivi e interviste radiofoniche. L’ultramediatica Laure Lavalette è riuscita comunque a liberare qualche minuto della sua agenda di (futura?) ministra per commentare i risultati del suo partito sia a livello locale che nazionale.

Come altri quattro deputati uscenti del Var, hai vinto al primo turno. Come lo spieghi?

È una scommessa che ci siamo riusciti. E penso che nel mio caso, la mia alleanza con Julien Argento (il suo avversario LR nel 2022, che divenne il suo sostituto, ndr.) ha avuto un ruolo. Evidentemente c’era una grande porosità tra i nostri due elettorati. Questa unione dei diritti era attesa, desiderata. Lo abbiamo davvero sentito sul campo durante la campagna. Proprio come la speranza che Jordan Bardella incarnava, con tutte le aspettative poggiate sulle sue spalle.

Ritieni di aver beneficiato dell’aumento della partecipazione…

Possiamo avere un elettorato piuttosto volatile. Adesso la gente sa che votare per noi funziona, quindi è più facile mobilitarsi.

Credo soprattutto che queste elezioni legislative siano state un grande momento di democrazia. Il tasso di partecipazione ha raggiunto un livello mai visto negli ultimi trent’anni. Ciò dà grande legittimità alla nostra vittoria.

Qual è l’obiettivo per la prossima settimana?

Al Var è semplice, è il Grande Slam. E l’obiettivo in particolare è recuperare il collegio elettorale che ci è mancato nel 2022: quello di Yannick Chenevard (la prima ndr).

Verrò anche ad aiutare Sébastien Soulé sul campo per la campagna tra i due round. Ma il suo punteggio superiore al 40% fa ben sperare.

Una possibile richiesta di un fronte repubblicano non la preoccupa?

I piccoli imbrogli del Fronte Popolare/Macronie sono, al contrario, molto mobilitanti per noi e controproducenti per loro. Andate a spiegare a un elettore di sinistra di votare per Élisabeth Borne, al massimo venti 49,3 o a un macronista di schierarsi dietro una LFI…

I francesi hanno capito bene che noi volevamo creare un governo di unità nazionale e che Giordano Bardella doveva, per farlo, avere la maggioranza assoluta. Ne abbiamo bisogno per fare la differenza.

Da parte dei repubblicani del Var non si sentono appelli di questo tipo. Come lo interpreti?

Né Jean-Louis Masson né Frédéric Masquelier chiedono, nei loro comunicati stampa, di sostenere gli avversari del Rassemblement National.

Penso che abbiano capito cosa volevano i loro elettori. E hanno ragione. Penso che LR sia morto per questo, per questa disconnessione tra le élite parigine e la gente sul campo.

Come vedi il tuo futuro, se la RN salisse al potere? Stiamo parlando di te per un posto ministeriale…

Andrò dove Jordan Bardella mi troverà più utile. Finora non ho ricevuto una chiamata in tal senso. Parteciperò a qualunque avventura possa essere. Amo l’Assemblea, non rifuggo il piacere di stare tra i banchi.

Dopo sarò un buon soldato. Sono pronto comunque. Aspettiamo da più di trent’anni. Si tratta di un’occasione storica per conquistare il potere, per ribaltare il tavolo, per porre fine al caos. Niente ferma un popolo che ha ritrovato la speranza. E questo dovrà essere confermato domenica sera con la maggioranza assoluta.

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