quali conseguenze per la Corsica in caso di trionfo del Rally Nazionale?

quali conseguenze per la Corsica in caso di trionfo del Rally Nazionale?
quali conseguenze per la Corsica in caso di trionfo del Rally Nazionale?
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Con oltre il 33% dei voti, il Raggruppamento Nazionale ha trionfato al primo turno, qualificandosi al secondo turno in 485 delle 577 circoscrizioni elettorali del territorio nazionale. Anche in Corsica tre candidati restano in corsa per la carica di deputato. Cosa cambierebbe per l’isola l’avvento del partito di estrema destra? Elementi di risposta.

Si annunciava l’onda blu navy, l’onda anomala che le elezioni legislative hanno offerto al Raggruppamento Nazionale: con il 33,15% dei voti espressi, il partito di estrema destra – e i suoi alleati guidati da Eric Ciotti, contestato presidente dei repubblicani – , è arrivato primo al primo turno, precedendo di gran lunga le formazioni di sinistra del Nuovo Fronte Popolare (27,99%), così come il partito presidenziale Rinascimento e i suoi alleati Modem e Orizzonti (20,04%).

Ancor di più, i candidati del partito Marine Le Pen e Jordan Bardella hanno conquistato il primo posto in 297 collegi elettorali – su 577 -. Meglio ancora, 39 candidati appoggiati dalla RN e dai suoi alleati sono già eletti deputati.

Da sempre indifferente alle tendenze del continente, avvolta nel suo particolarismo regionale, la Corsica non sfugge più: con 46.126 voti, il Raggruppamento Nazionale si afferma come prima forza politica per queste elezioni legislative, davanti al punteggio dei candidati Femu a Corsica e La migliore si è piazzato PNC (Michel Castellani, Jean-Félix Acquaviva, Romain Colonna e Paul-André Colombani, che complessivamente hanno raccolto 40.527 voti).

Sommando i voti raccolti dall’intera famiglia nazionalista (ovvero quelli dei 9 candidati Femu a Corsica, PNC e Core in Fronte) si arriva a 49.433 voti. Al di sopra, quindi, del numero dei voti del RN, ma comunque al di sotto del numero di schede finite nelle urne a favore di tutti i partiti di estrema destra presenti al primo turno (ovvero quelli dei 9 candidati Raggruppamento Nazionale, Mossa Palatina, Riconquista , e senza etichetta/sovranista): 50.749.

Mentre in Corsica nessun candidato della RN era mai arrivato al secondo turno, questa volta il partito ha sferrato un duro colpo, conquistando la qualificazione dei suoi candidati nelle quattro circoscrizioni elettorali. [Sylvie Jouart, dans la deuxième circonscription de Haute-Corse, s’est depuis désistée pour soutenir François-Xavier Ceccoli, ndlr].


Il voto della RN in Corsica al primo turno.

©FTV

Un solido successo per il Raggruppamento Nazionale, in linea con la sua schiacciante vittoria, tre settimane prima, alle elezioni europee, durante le quali il suo presidente Jordan Bardella aveva ottenuto in Corsica il 40,76% dei voti – 9 punti in più rispetto al livello nazionale -. E una situazione senza precedenti che costringe le altre forze politiche isolane a interrogarsi, a trarre delle conclusioni. E forse reinventarsi.

Tutto ciò mi sembra oggi promettere una riconfigurazione, anche della vita politica in Corsica in questo disordine e caos, analizza Jean-Martin Mondoloni, copresidente del gruppo di opposizione di destra nell’Assemblea territoriale. Una riconfigurazione del panorama politico, e la destra, ovviamente, contribuirà a ciò. Comunque, specifica, la destra nella quale mi riconosco, cioè la cosiddetta destra regionalista e repubblicana.

Se si attenderà con la massima cautela il voto di domenica prossima, le proiezioni danno già almeno la maggioranza relativa per il partito della fiamma. Le prime stime di Ipsos-Talen danno tra 230 e 280 seggi per la RN e i suoi alleati. Lo è ancora di più secondo l’istituto di sondaggi Elabe, che nella sua proiezione attribuisce loro da 255 a 295 deputati – cioè, per la fascia più alta, la possibilità di cercare una maggioranza assoluta, superiore a 289 deputati -.

Se questa seconda opzione si concretizzasse, oltre i 289 deputati, il Raggruppamento Nazionale otterrebbe quindi la maggioranza assoluta nell’Assemblea Nazionale. La maggioranza presidenziale dovrebbe coesistere nella Camera bassa con il partito avversario, ed Emmanuel Macron sarebbe costretto a nominare un primo ministro tra le file del campo avversario – Jordan Bardella, ha già avvertito RN -…

In altre parole, la maggioranza assoluta del Palazzo Borbone fornirebbe al Raggruppamento Nazionale un contrappeso tanto inedito quanto decisivo, soprattutto per quanto riguarda l’adozione di progetti di legge di fronte alla maggioranza presidenziale.


Giordano Bardella, presidente del Raduno Nazionale.

© DELPHINE GOLDSZTEJN / MAXPPP

Questa nuova situazione nazionale avrebbe un impatto diretto sulle questioni corse. A cominciare dal cavallo di battaglia della maggioranza dell’isola, il processo Beauvau. Interrogato ieri sera dopo l’annuncio dei risultati del primo turno, Gilles Simeoni sembra non credere più al futuro del lavoro portato avanti per l’autonomia dell’Isola, iniziato due anni fa. “Ovviamente, la maggioranza parlamentare che emergerà dalle urne di domenica prossima non sarà in buona forma e probabilmente non avrà la volontà di portare avanti il ​​processo in questa forma.“, si rammarica il presidente del consiglio esecutivo della Corsica.

Oltre al processo di autonomia, è anche la proposta di legge relativa ad un centro ospedaliero universitario in Corsica – unica regione della Francia a non averne uno – che potrebbe finire nel dimenticatoio.

Diretto da Paul-André Colombani, doveva essere esaminato il 13 giugno: lo scioglimento lo ha portato a una brusca fine, come tutti i lavori in corso. Con la riorganizzazione dell’emiciclo della Camera non è possibile dire quando il disegno di legge potrà essere nuovamente discusso o se semplicemente lo sarà durante la prossima legislatura.

Stessa domanda per altre questioni particolarmente seguite in Corsica, come il disegno di legge sul fine vita, quello sulla legge agraria, o anche quello sulla regolamentazione degli alloggi turistici ammobiliati e altri Airbnb.



© MOHAMMED BADRA / EPA

Il tasso di partecipazione a questo primo turno a livello nazionale è il più alto registrato in 27 anni: si è recato alle urne il 66,71% degli elettori registrati. Inaudito dal 1997.

Ci sarà ancora più partecipazione per il secondo turno? Quale scopo per le circoscrizioni elettorali in cui si svolgeranno i triangolari? Quanti candidati sceglieranno di ritirarsi a vantaggio di uno dei loro avversari? Queste domande determineranno la composizione definitiva dell’emiciclo del Palazzo Borbone e, quindi, per estensione, del nuovo governo con cui dovranno confrontarsi gli eletti corsi.

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