Legislativa: più di 150 ritiri per evitare la maggioranza assoluta RN: Notizie

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I ritiri dei candidati di sinistra e macronisti si sono moltiplicati lunedì, all’indomani del punteggio senza precedenti del Raggruppamento Nazionale al primo turno, per impedire all’estrema destra di ottenere la maggioranza assoluta che Jordan Bardella ha rivendicato ancora una volta denunciando “alleanze del disonore.”

Secondo un conteggio provvisorio dell’AFP, circa 155 candidati impegnati nei triangolari si sono già ritirati lunedì per contrastare la RN.

Tra questi, in questa fase, figurano la maggioranza di rappresentanti dell’alleanza di sinistra Nuovo Fronte Popolare, nonché tre ministri (Sabrina Agresti-Roubache, Marie Guévenoux, Fadila Khattabi).

I candidati ancora in corsa hanno tempo fino a martedì alle 18 per decidere di ritirarsi e ridurre così drasticamente il numero dei triangolari, che domenica sera erano più di 300 a causa dell’elevata partecipazione al primo turno (66,7%).

Domenica l’onda blu navy si è diffusa con oltre 10,6 milioni di voti, ovvero il 33,1% dei voti, un livello storico – escluso il secondo turno delle elezioni presidenziali del 2022.

La RN ha già eletto 39 deputati, a cominciare da Marine Le Pen a Pas-de-Calais. Il partito della fiamma, alleato di Eric Ciotti, si è qualificato in 443 dei 577 collegi elettorali ed è in testa in 296.

Con il 27,99%, il PFN conta già 32 eletti. Ma ha perso il comunista Fabien Roussel, travolto dal maremoto RN nel Nord. Un altro dei suoi protagonisti, François Ruffin, è in ballottaggio difficile nella Somme anche con il ritiro del candidato macronista.

La maggioranza uscente fa il punto dopo la sconfitta (20,8% dei voti). Se Gabriel Attal è uno dei dieci ministri che probabilmente vinceranno domenica, altri quattro iniziano male.

– Assemblaggio “plurale” –

Emmanuel Macron ha affermato ai suoi ministri riuniti all’Eliseo che “nessuna voce” dovrebbe “andare all’estrema destra”, ricordando che la sinistra si era mobilitata contro la RN nel 2017 e nel 2022 permettendo la propria adesione all’Eliseo, secondo un partecipante.

Tuttavia, secondo diverse fonti ministeriali, non ha dato istruzioni chiare per ritirarsi dalle urne.

Se diversi candidati del Rinascimento arrivati ​​terzi hanno già annunciato il loro ritiro, come Sylvie Casenave-Péré, arrivata terza dietro Marie-Caroline Le Pen alla Sarthe, alcuni intendono restare, convinti di avere più riserve di voti della sinistra, o che il loro ritiro favorirebbe la RN come Loïc Signor in Val-de-Marne.

La maggioranza uscente fatica a parlare con una sola voce quando si tratta di sostenere un candidato ribelle tra coloro che, come Edouard Philippe o Bruno Le Maire, non vogliono “né la RN né la LFI”, coloro che “caso per caso ” come la presidente uscente dell’Assemblea Yaël Braun-Pivet e coloro che, a sinistra, non pongono condizioni.

Più che il “progetto disastroso” della Rn, è questa la linea difesa dal primo ministro, che lunedì pomeriggio ha parlato con i candidati in videoconferenza.

Lunedì sera, lunedì sera, nel TF1, ha invitato i francesi ad eleggere “un’Assemblea nazionale plurale” per “evitare che il Raggruppamento nazionale abbia la maggioranza assoluta”, perché “sarebbe catastrofico”.

– Grande coalizione –

Il coordinatore della LFI, Manuel Bompard, ha deplorato su France 2 “una forma di cacofonia” del “campo macronista”, stimando che vi siano “ancora numerosi casi irrisolti”.

I partiti di sinistra hanno dato istruzioni al loro candidato in terza posizione di non partecipare al secondo turno. Il candidato ribelle si è quindi ritirato a favore dell’ex primo ministro Elisabeth Borne, seconda dietro alla RN nel Calvados.

“È un’alleanza disonorevole in un senso o nell’altro”, ha protestato, sempre su TF1, il presidente della RN Jordan Bardella di fronte a questo abbozzo di fronte repubblicano.

Ha nuovamente chiesto agli elettori la “maggioranza assoluta” al secondo turno. “Ho bisogno che il popolo francese resti mobilitato, mi conceda più di 289 deputati”, “per costruire la ripresa del Paese che ritengo urgente e necessaria”, ha lanciato il candidato a Matignon. Ciononostante ha spiegato che se gli venisse a mancare una manciata di eletti, prenderebbe in considerazione l’idea di affidarsi a deputati di destra.

Prima di questa ondata di ritiri, gli istituti elettorali prevedevano per le truppe di Jordan Bardella un’ampia maggioranza relativa di almeno 240 seggi, o addirittura una ristretta maggioranza assoluta fino a 295 seggi.

L’effetto delle ritire “sarà piuttosto a svantaggio della RN”, secondo il vicedirettore generale dell’Ipsos Brice Teinturier, che prevede una maggioranza più relativa che assoluta.

In alternativa, diversi leader del campo presidenziale, come Yaël Braun-Pivet, hanno chiesto una grande “coalizione” di comunisti in LR il giorno dopo il 7 luglio.

Ma il capo del PS Olivier Faure ha rifiutato lunedì di essere “il sostituto di una maggioranza sconfitta”, ponendo le sue condizioni per un possibile “progetto maggioritario” delle “forze repubblicane”, al quale Gabriel Attal si è rivolto domenica.

Da parte sua, il presidente della LR Hauts-de-Seine, Xavier Bertrand, ritiene che anziché un “governo RN o una coalizione dietro le quinte” sia necessario prevedere “un governo di rinascita nazionale”, da lui definito anche “governo provvisorio della Repubblica”, per “far uscire il Paese dall’impasse in cui lo ha gettato Macron”.

Le elezioni legislative hanno una grande risonanza all’estero. Il primo ministro polacco Donald Tusk ha espresso preoccupazione per “una tendenza pericolosa” per l’Europa, nel contesto dell’aumento dei diritti radicali nel continente e dell’influenza russa all’interno di questi partiti.

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