Aggressione razzista ad Ain: i due uomini ricevono quattro anni di carcere

Aggressione razzista ad Ain: i due uomini ricevono quattro anni di carcere
Aggressione razzista ad Ain: i due uomini ricevono quattro anni di carcere
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Quattro anni di carcere, di cui un anno di sospensione e vari obblighi tra cui cure e soprattutto l’aggravante della violenza razzista. Il tribunale penale di Bourg-en-Bresse (Ain) non ha mostrato clemenza nei confronti di Maxime B. e Adrien V., due giovani di 25 anni, di Saint-Julien-en-Genevois (Alta Savoia), processati in comparizione immediata per atti di violenza aggravata, verificatisi mercoledì 26 giugno a Cessy nell’Ain, che hanno comportato un’inabilità temporanea totale (ITT), superiore a 8 giorni. La loro vittima? Mourad B., 37 anni, porta ancora le cicatrici dell’aggressione: naso rotto, fratture multiple, viso gonfio e altri postumi meno visibili e ancora da valutare.

Nonostante il suo stato fisico e mentale, ha voluto essere presente all’udienza, sottolinea il suo avvocato Me Ilyacine Maallaoui che denuncia l’intenzione “criminale” degli aggressori. “Il mio cliente è stato picchiato duramente ai piedi del suo edificio, anche se era privo di sensi fin dal primo colpo. » Mourad B., barba lunga, occhio ancora gravemente danneggiato, se l’è cavata per un soffio. La presenza quella sera di una vicina che filmò la scena non era estranea e forse le salvò la vita? “Quando sono usciti dalla pizzeria ero a casa. Erano ubriachi, urlavano. Non si è fermato”, dice la vittima.

“Volevano lasciarmi per morto”

Quando vede “che sono caldi” e creano disturbo per la strada, Mourad decide di urlare contro di loro dalla finestra del suo appartamento per calmarli. Ma volano gli insulti: “Vado a scoparmi tua madre. Vieni giù se sei un uomo. Qui siamo la Francia. Tu, sporco bastardo! » Allora lo fa… munito di lama da 20 cm: “Per me sono animali. Erano infuriati. Non sono abituata a vedere gente che beve», confida la vittima sul banco dei testimoni.

“Perché il coltello? Perché non chiamare la polizia? » chiede il presidente. “Ci sono cose che non possiamo spiegare”, risponde Mourad. Il seguente ? Dice di non ricordare nulla. Il primo colpo lo mette fuori combattimento. Nel video – molto suggestivo – trasmesso in aula, si sente la sua testa sbattere contro la porta d’ingresso del palazzo ad ogni colpo ricevuto.

L’uomo non è pronto a perdonare, nonostante le scuse sincere dei suoi aggressori: “Volevano lasciarmi per morto. Se la signora (la vicina) non fosse stata presente, non sarei più qui. » Imbarazzati, a testa bassa nel box, gli imputati riconoscono i fatti ma inizialmente smentiscono il carattere razzista dell’aggressione: “Mi vergogno davvero di quello che è successo”, confida Maxime B., impiegato in un’impresa edile.

Una sanzione severa

Al suo fianco, Adrien V., bodybuilder di professione, con il fisico di un motorista, finisce per ammettere le parole pronunciate vedendo il video: “Non saprei dire perché l’ho detto. Non è la mia natura. » Eppure i fatti ci sono, schiaccianti. Giustifica l’ondata di violenza con la presenza del coltello: “Ho avuto paura. C’è anche l’alcol… Anche se questo non scusa nulla. »

La loro serata era già iniziata male al ristorante, cacciati dal titolare di una pizzeria, in seguito ai commenti maleducati fatti a tavola nei confronti di una cameriera di origini asiatiche. “Per quanto mi riguarda, accetto ma non gli insulti razzisti”, insiste Maxime B. Il loro avvocato, Me Olivier Chourlin, rivolgendosi al presidente del tribunale, chiede clemenza, dopo che il pubblico ministero ha chiesto quattro anni di reclusione: “A in nessun momento gli elementi del fascicolo dimostrano che si voleva attentare alla vita della vittima. Bisogna giudicare i giovani che hanno commesso gravi errori, ma non le persone abitualmente violente. » Alla fine non è stato ascoltato: «La sanzione richiesta mi sembra estremamente severa», conclude l’avvocato.

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