Elezioni legislative 2024. Emmanuel Macron batte il pugno e ricorda ai suoi ministri che è stato eletto grazie alla sinistra

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1 luglio 2024 alle 20:10
; aggiornato il 1 luglio 2024 alle 21:04

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Emmanuel Macron ha affermato, questo lunedì, 1 luglio 2024, ai suoi ministri che “nemmeno un voto” dovrebbe “andare all’estrema destra” nel secondo turno delle elezioni legislative, ricordando loro che la sinistra si era mobilitata contro la RN in 2017 e nel 2022 consentendo la propria adesione all’Eliseo, secondo un partecipante.

“Non sbagliarti. È l’estrema destra che è sul punto di accedere alle più alte carichenessun altro”, ha dichiarato il capo dello Stato durante un incontro con i membri del suo governo, secondo questa fonte.

Nessun voto dovrebbe andare all’estrema destra. Dobbiamo ricordare che nel 2017 e nel 2022, a sinistra, tutti hanno portato questo messaggio. Senza di esso, tu e il tuo servitore non sareste qui.

Emanuele Macron

Il Presidente della Repubblica, tuttavia, secondo diverse fonti ministeriali, non ha dato istruzioni chiare sul ritiro dalle votazioni di domenica.

Io “sarò sempre lì per guidare il Paese”

L’emozione è stata percepibile tra alcuni ministri, tre dei quali si sono ritirati per bloccare la Manifestazione Nazionale: Sabrina Agresti-Roubache (Città e Cittadinanza) a Bouches-du-Rhône, Marie Guévenoux (Oltremare) a Essonne e Fadila Khattabi (Disabili) a Côte -d’Or.

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“Le voci erano spezzate”, riassume una fonte ministeriale.

Il capo dello Stato ha anche assicurato che “sarà sempre lì per guidare il Paese” e ha deplorato che “molti siano ossessionati più dal 2027 che dal momento, questo è ciò che ci ha danneggiato”.

Qualsiasi forma di disunione è una garanzia di perdita.

Emanuele Macron

Alcuni ministri favorevoli a “né RN, né LFI”

Molti ministri hanno ringraziato Gabriel Attal per essersi “fatto carico della campagna, per aver saputo ricreare una dinamica e per aver dato anima e corpo” a queste elezioni, ha spiegato una fonte ministeriale.

Il capo del governo ha invitato i ministri a recarsi “ovunque possiamo fare la differenza” e a “non sprecare le forze quando le cose si perdono in anticipo”. “Se c’è il rischio che il candidato RN venga eletto, ci ritireremo”, ha ripetuto secondo questa fonte, che legge questa osservazione come “caso per caso”.

Diversi ministri si sono dichiarati sostenitori del “né RN, né LFI”, come Bruno Le Maire (Economia), Aurore Bergé (Uguaglianza) Christophe Béchu (Ecologia) Sarah El Haïry (Infanzia), Catherine Vautrin (Lavoro, Salute) Marie Lebec (Rapporti con il Parlamento) e Marie Guevenoux (Estero).

Patrice Vergriete (Trasporti), Hervé Berville (Mer) e Fadila Khattabi hanno invece espresso la loro preferenza per un “ritiro incondizionato”.

Fonte: © 2024AFP

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