i Blues espellono il Belgio dopo diverse occasioni – Libération

i Blues espellono il Belgio dopo diverse occasioni – Libération
i Blues espellono il Belgio dopo diverse occasioni – Libération
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Il minimo che possiamo dire è che belgi e francesi non avranno offerto uno spettacolo per risvegliare un paese depresso lunedì, alla Merkur Spiel-Arena di Düsseldorf. Ma un ottavo di finale dell’Europeo viene vinto e i Blues arrivano ai quarti (1-0) con la loro impotenza offensiva, le loro ricorrenti difficoltà di gioco, anche una certa stanchezza, che avranno raggiunto Adrien Rabiot o N’ Golo Kanté mentre Antoine Griezmann o Théo Hernandez appaiono completamente cotti sin dal loro arrivo in Germania. Avremo così assistito a un calcio altamente speculativo, pensato e realizzato per concludere le partite con un margine minimo: le due squadre condividevano questa idea. E il perdente, chiunque fosse lunedì, non aveva alcuna possibilità di lasciare dietro di sé il minimo sentimento, il minimo rimpianto. Vogliamo dire che se gli azzurri non hanno fatto molto, neanche i belgi hanno rubato il loro prematuro ritorno a casa.

L’allenatore francese Didier Deschamps aveva ulteriormente modificato la sua batteria tattica adottando il cosiddetto 4-3-3 (quattro difensori, tre centrocampisti, tre attaccanti di cui due sparsi sulle fasce) con Antoine Griezmann che ha ceduto il suo posto di leader del gioco di andare in esilio dalla parte giusta, cosa che non gli era accaduta nella selezione per un giorno di paga. Vantaggio del sistema: lasciare la squadra Ousmane Dembélé, indigente dall’inizio della competizione. E mescola il mazzo di carte. Successivamente, se non ci sono assi…

Conciliabolo lungo

Innanzitutto siamo rimasti colpiti dall’incredibile numero di incontri realizzati dai giocatori belgi. Jan Verthongen con Amadou Onana, lo stesso Onana con Romelu Lukaku, Jérémy Doku che protestava ogni volta che la palla non gli arrivava, il capitano Kevin De Bruyne che attaccava tutti… Un vero simposio. Tanto vale riportare sedie e scrivanie. Al ritmo con cui le due squadre hanno attaccato la partita, la cosa non avrebbe disturbato molte persone. Il clamore dei Devils racconta però una storia, tradita dal lungo incontro condotto da Lukaku con i giocatori che lo circondano prima della partita: un’esasperazione, questa squadra allo stremo dei nervi che sa di dover usare la violenza per strappare qualcosa e mantenere questo stato di tensione.

I Blues suonarono in silenzio. Forti di una certa superiorità tecnica e di un’acutezza nell’uso della palla leggermente superiore, avranno prima occupato la metà campo avversaria come un padre rilassato, con pazienza, facendo circolare e facendo circolare ancora una palla di cui non avranno più molto. Un colpo di testa di Marcus Thuram (34°) su cross di Jules Koundé e un gol di Aurélien Tchouaméni dopo un feroce straripamento di Kylian Mbappé (45° +1), entrambi i tempi sopra, avranno costituito un magro bottino pur avendo il merito di ravvivare i dibattiti. 0-0 per i limoni. L’incontro è effettivamente iniziato, ma il filisteo potrebbe aver commesso un errore.

Gambe rotte

Tutto è iniziato perché i Blues hanno frenato la doppietta della squadra belga. Il primo colpo: la potenza fisica di Lukaku, che William Saliba soffoca senza sforzo apparente. E la qualità del dribbling di Doku, il migliore finora in questo esercizio di questo Europeo (le statistiche lo dimostrano), che vede apparire due o tre difensori francesi non appena tocca una palla. Influenza rispettiva di Griezmann (a destra) e Mbappé (a sinistra) tendente allo zero, il secondo periodo è stato piuttosto lungo anche se i belgi hanno continuato ad animarlo con le parole, con crescente benevolenza reciproca ci è sembrato. Tra questo e il relativo silenzio dei tifosi francesi riuniti allo stadio, abbiamo finito per vederlo come un brutto segno per i Blues, soprattutto perché De Bruyne è andato a prendere i guanti del portiere francese Mike Maignan con un colpo pesante. E poi non abbiamo visto più nulla.

Una palla che circola come le altre davanti all’area belga, un tiro di Griezmann, un tiro di Koundé, un tiro di N’Golo Kanté che trova Randal Kolo Muani, entrato in gioco, in area: Jan Vertonghen purtroppo devia il tiro del parigino e i Blues hanno preso il controllo così (1-0, 85esimo), con un lancio di dadi. Ed è stato lì, per appena dieci minuti, che abbiamo intravisto quello che avrebbe potuto essere la partita. De Bruyne e altri si lanciano poi su tutti i palloni come dei pazzi, Doku viene servito (finalmente) di prima intenzione ed entra come un forsennato nella difesa francese sbattendo la testa contro le pareti. La rivolta venne da ogni parte. Dopo non si batte la Francia giocando dieci minuti.

Dopo sei giorni senza partite, i Blues riprenderanno il loro ritmo infernale di una partita ogni quattro giorni: il loro quarto è venerdì ad Amburgo, e non vediamo come ritroveranno le gambe da qui ad allora. Ma sono ancora nel torneo. E abbiamo la sensazione, per non parlare di certezza, che sia inutile chiedere loro di più.

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