Robert Walser, testimone dimenticato del XX secolo

Robert Walser, testimone dimenticato del XX secolo
Robert Walser, testimone dimenticato del XX secolo
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La redazione di Fritz Kocher

di Robert Walser, tradotto dal tedesco da Jean Launay,

Edizioni Zoé, 192 pag., €11

Il tuttofare

di Robert Walser, tradotto dal tedesco da Walter Weideli,

Zoé, 384 pag., 12€

Il Bevitore di Lacrime,

di Robert Walser, tradotto dal tedesco da Marion Graf,

Zoé, 176 pag., 19€

Grazie alle Edizioni Zoé, che curano la pubblicazione regolare dell’opera di Robert Walser, possiamo leggere i suoi brevi testi fedeli alla loro epoca, la prima metà del secolo scorso. Nato nel 1878 in Svizzera, a Bienne, da una famiglia borghese, Robert Walser aveva 16 anni quando morì la madre. Dal 1892, pur essendo uno studente brillante, abbandonò gli studi. Nel 1895 lasciò la casa di famiglia, prese lavoro come servitore, quindi partì per la Germania, dove, pur essendo appassionato di teatro, scrisse poesie. E presto tratteggia a grandi linee la sua epoca.

Nel 1904 pubblicò La redazione di Fritz Kocher. In brevi testi lascia la parola a Fritz, bambino di quinta elementare nelle prime pagine, che esprime i suoi desideri infantili: correre verso il mondo, coglierne la bellezza, essere amato, sentire il richiamo della foresta. E poi il tono cambia: Fritz da adolescente diventa impiegato, figura questa che, dice, non interessava molto agli scrittori: “ Gli impiegati sono di natura ricca, brillante, originale, magnifica… Poche creature al mondo hanno un cuore così puro. »

Confusione di sentimenti

In Il tuttofare (1908), il personaggio di Giuseppe Marti ha interiorizzato le leggi della società moderna. Assunto da Charles Tobler, un ingegnere che, tirannico e spendaccione, porta la sua azienda alla bancarotta, l’eroe accetta la servitù per ragioni che, anche per lui, rimangono un enigma: “ Nel profondo del suo cuore, amava quest’uomo. » E prova ad analizzare questo” confusione di sentimenti”, questo bisogno di connessione e di punti di riferimento, il suo sentimento di abbandono: “ Era stato così vecchio durante la sua giovinezza! »

Gli anni trascorsi in Germania furono anni creativi per Robert Walser. Perché, nel 1913, ritornò in Svizzera? Dopo il suicidio del fratello Hermann cadde in una grave depressione dalla quale non uscì mai veramente. Fu infine ricoverato a Waldau nel 1929, poi a Herisau, dal 1933 fino alla morte. I primi anni scrisse “serial”, come li chiamò “monogrammi” e che invia a Zurigo, Berlino, Vienna, Praga, ecc. Cattura la vita di tutti i giorni, evoca un libro, racconta un sogno, le sagome scivolano. Molti di questi testi sono rimasti inediti.

In Il bevitore di lacrime sono raccolti insieme 32 brevi brani in prosa che Walser non aveva inviato, aneddoti, frammenti di racconti, meditazioni sulla sua professione di scrittore, ricordi di gioventù. È lui che confessa la sua fede nel testo Alcune parole su Gesù: “Scivolava come una luce nelle province della vita, quasi o addirittura del tutto invisibile” ? A poco a poco smette di scrivere, si dedica agli umili lavori domestici, assomiglia ai suoi personaggi, diventa muto. L’amico Carl Seelig tuttavia, durante le lunghe passeggiate, raccoglieva le sue confidenze su Kleist, su Hölderlin, sul suo mondo che, diceva, “i nazisti avevano distrutto”. Robert Walser fu trovato morto nella neve, molto vicino all’ospedale, il giorno di Natale del 1956. Aveva 78 anni.

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