Sono stati richiesti 18 mesi di reclusione con sospensione della pena per un’infermiera dopo un’iniezione letale di adrenalina in ospedale

Sono stati richiesti 18 mesi di reclusione con sospensione della pena per un’infermiera dopo un’iniezione letale di adrenalina in ospedale
Sono stati richiesti 18 mesi di reclusione con sospensione della pena per un’infermiera dopo un’iniezione letale di adrenalina in ospedale
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Diciotto mesi di reclusione sospesa sono stati chiesti dall’accusa contro un’infermiera dell’ospedale marsigliese, processata per omicidio colposo. L’assistente aveva somministrato a una paziente 1.000 volte la dose di adrenalina prescrittale.

Questo lunedì, 1° luglio, la Procura di Marsiglia ha chiesto una pena detentiva di 18 mesi con sospensione condizionale contro una badante dell’Assistenza Publique-Hôpitaux de Marsiglia (AP-HM). L’infermiera è sotto processo per omicidio volontario, per aver iniettato mortalmente a un paziente una dose di adrenalina 1.000 volte superiore a quella necessaria.

La vittima, di 47 anni, è stata ricoverata nel reparto di reumatologia dell’ospedale Sainte-Marguerite di Marsiglia il 5 settembre 2017 e gli era stata programmata una quinta iniezione per artrite reumatoide.

È stato in seguito a un episodio allergico che ha subito uno shock anafilattico, di cui è stato rapidamente curato uno stagista, sotto la supervisione di un medico esperto. Questo tirocinante si è basato sul protocollo stabilito per questa situazione e ha prescritto l’iniezione di 20 microgrammi di adrenalina.

Ma l’infermiera giudicata, assunta all’ospedale Sainte-Marguerite dopo la chiusura del suo servizio in un altro ospedale di Marsiglia, ha iniettato 20 microgrammi, ovvero 1.000 volte la quantità iniziale.

La sentenza pronunciata a settembre

La vittima è stata poi trasferita in terapia intensiva e solo il giorno dopo l’iniezione è stata scoperta l’overdose. Il quarantenne è morto agli inizi di dicembre.

Presentata lunedì davanti al tribunale penale di Marsiglia, l’infermiera ha affermato di aver sentito il tirocinante parlare di milligrammi. Per il capo del suo dipartimento questa dose “non può esistere” poiché la dose consigliata in caso di arresto cardiaco è di un milligrammo.

Alla domanda su “quale dosaggio (lui) sarebbe apparso fatale”, l’imputato ha risposto di non conoscere e di non aver mai usato l’adrenalina in carriera: “Mi hanno detto ‘sbrigati, sbrigati, tu!’”, ha ricordato.

L’avvocato dell’infermiera, Me Philippe Bonfils, ha chiesto l’assoluzione, ritenendo che il suo cliente “non sta cercando di evitare nulla, a differenza dell’AP-HM che vuole assolversi dalle proprie responsabilità”.

La sentenza sarà pronunciata il 9 settembre.

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