Ligue 1: Laurent Nicollin teme la bancarotta per l’MHSC

Ligue 1: Laurent Nicollin teme la bancarotta per l’MHSC
Ligue 1: Laurent Nicollin teme la bancarotta per l’MHSC
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Presidente del sindacato Unis del Piede, Laurent Nicolin è stato immerso nel calcio fin da quando era piccolo con suo padre, Louis Nicollin, che lo ha aiutato a scalare le fila del club Paillade uno dopo l’altro. Durante la sua audizione al Senato, il presidente del Montpellier Hérault SC si è espresso allarmisticamente sulla situazione del suo club e più in generale sulla direzione presa dal calcio professionistico:

“Un giorno finiremo comprati da un fondo di investimento, questa è la fine della storia, non vi dico che è il mio calcio, è da un po’ che non faccio più il mio calcio. più sono fuori passo. Durerò tre, quattro, cinque, otto anni o un anno? filiale di un altro club Anche se diciamo di no, lo siamo perché ci sono giocatori giovani. Non siamo stupidi, sappiamo un po’ di calcio, quindi si vede.

Non è una cosa che mi si addice ma è il senso della vita. Sono i più alti, i più ricchi a rilevare chi è in difficoltà o chi vuole vendere. Non lo capisco, ma questo è il senso della storia del calcio e forse sarà così anche per altri sport. (…) Questa è la mia filosofia, ma potrei essere un presidente giovane e alle prime armi che idealizza il calcio o lo sport. Purtroppo stiamo diventando sempre più uno sport all’americana e penso che il desiderio di alcuni di avere, come nella NBA o nella NFL, venti o trenta club e basta… Noi no Forse noi non lo vedremo, ma ci arriveremo e forse sarà così. Non sono d’accordo, ma se un giorno qualcuno volesse comprare il mio costosissimo club, sarebbe tanto meglio per me. Ma umanamente è una cosa che non mi si addice. Ce n’è per tutti i gusti e non posso parlare a nome di un club che è amico di un presidente che è Marc Keller di Strasburgo, ma so che è stato un sollievo per lui vendere il suo club perché a un certo punto dal punto di vista finanziario sapeva che sarebbe stato un successo. non riuscire a compensare le perdite.

Noi con mio fratello e la holding riusciamo ancora a compensare ma siamo quasi sui trenta milioni dal 2020. Possiamo ma non abbiamo la struttura, la ricchezza e se non avremo i diritti tv quest’anno aggiungere venti milioni… Onestamente si parla di licenziamento ma sarà fallimento perché non possiamo mettere venti milioni ogni anno. Non abbiamo i mezzi finanziari per farlo”.

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