I residenti di Tolosa vanno dritto al punto

I residenti di Tolosa vanno dritto al punto
I residenti di Tolosa vanno dritto al punto
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Binnalzare il Brenno nel cielo di una città che ha inventato lo slogan “per sempre il primo” risuona come una promessa di eternità. Autoproclamato tifoso dell’OM, ​​Maxime Lucu sognava di urlare a squarciagola, insieme ai suoi compagni di squadra, affrontando le curve del Vélodrome. L’epilogo è molto più crudele. Ciò che i bordolesi hanno lasciato ai posteri, dopo aver concesso nove mete, è la sconfitta più grande nella storia di una finale, e anche la più pesante (1). Dimenticare…

Questo primo finale nella giovane storia di un UBB troppo sminuito per esistere, troppo limitato per sopravvivere, si riduce ad un incontro completamente mancato. Una sconcertante non corrispondenza. E poiché la natura detesta il vuoto, sono gli abitanti di Tolosa a distinguersi in questa ricerca dell’inedito.

Prima squadra a conservare il titolo iridato da un anno all’altro dai tempi del Tolosa guidato da Thierry Dusautoir (2011, 2012), la generazione incarnata da Antoine Dupont è oggi anche l’unica ad aver realizzato una doppietta nel rugby francese . Dopo aver conquistato il Brennus e la Coppa dei Campioni nel 2021, si è ripetuta nel 2024. Dinastia, avete detto?

Bulimia di Tolosa

Questa squadra potrebbe far parte della grande tradizione del club più vincente di Francia, che ha appena segnato 23 gole titolo di campione francese nella sua bacheca dei trofei, questa propensione a vincere tutto rasenta la bulimia. Questo Brennus è il quarto cresciuto da Romain Ntamack e compagni in sei anni (2019, 2021, 2023, 2024). Una tavola di caccia alla quale è quindi opportuno aggiungere due successi continentali (2021, 2024).

Giovedì, nei corridoi del Vélodrome, Thomas Ramos ha detto che alcuni dei suoi allenatori non hanno esitato a solleticarli: “Sanno dirci che hanno vinto più di noi. » Quanti possono reclamarlo adesso?

Ciò che racconta questo aneddoto è che lo spirito di vittoria viene mantenuto. L’UBB, con le sue evidenti qualità e freschezza comunicativa, evidentemente non ha ancora questa cultura. Nel duello al vertice dei due migliori attacchi stagionali, i bordolesi non sono mai esistiti. Questa finale è stata a senso unico come mai prima d’ora.

Yannick Bru aveva però fatto diverse scelte significative nei giorni precedenti. Sia che sia stata una sua decisione di far partire Matthieu Jalibert e Ben Tameifuna quando non erano recuperati al 100%. O la sua opzione per la panchina a sei attaccanti, come a voler meglio significare che mirava a “prendere” il suo avversario nella lotta in avanti. Erano vere e proprie scommesse. Un modo per il tecnico dell’UBB di scalfire la sensazione di inevitabilità imposta dall’incontro contro lo Stade Toulousain. Lo scenario e il contenuto di questo incontro non hanno dato i loro frutti.

Persa la scommessa del Bordeaux

Anzi. Gli animi più subdoli noteranno così che si tratta di una partita con il piede frettoloso di un inerme Matthieu Jalibert, chiaramente in moderazione e quindi in ritiro per tutta la partita, che è stata indirettamente all’origine della prima meta di ‘Antoine Dupont (7 -0, 6°). Un’azione sfociata anche nel cartellino giallo di Tevita Tatafu, autore di un contrasto alto su Santiago Chocobares.

Potremmo concentrarci sugli epifenomeni. Ma questo fallimento trova senza dubbio la sua spiegazione in ragioni molto più semplici. Evidentemente esausti, i compagni di squadra di Maxime Lucu non hanno mai trovato le risorse per portare il loro livello di intensità agli standard richiesti per un evento del genere. Battuti in campo, sono stati costantemente messi in svantaggio. Un’apatia collettiva che i tolosani non hanno mancato di sfruttare a proprio vantaggio con una facilità sconcertante. È il caso della seconda meta personale di Antoine Dupont (22-3, 23e), come quello segnato sul lato corto da Peato Mauvaka (15-3, 20°). Un tallonatore che avrebbe potuto anche segnare una doppietta, approfittando di un colpo perso dallo schieramento girondino a cinque metri dalla propria linea, se Maxime Lucu non si fosse infilato tra terra e palla.

Mancavano ancora 40 minuti alla finale. Ma la partita era già finita. I saggi di Thomas Ramos (64e74e), Julien Marchand (68e), Blair Kinghorn (70e), David Ainu’u (79e) et Ange Capuozzo (80e+3), tutto compreso nel secondo atto, ha solo “curato” l’umiliazione. Lo Stade Toulousain è andato dritto al sodo. Un altro slogan sinonimo di eternità a Marsiglia.

(1) Il divario più grande per il Racing – Stade Bordelais nel 1900 (37-3), il maggior numero di punti nel 2006 tra Biarritz e Tolosa (40-13).

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