A Saint-Germain-en-Laye, Les Étoiles duclassique propone un tempo sospeso

A Saint-Germain-en-Laye, Les Étoiles duclassique propone un tempo sospeso
A Saint-Germain-en-Laye, Les Étoiles duclassique propone un tempo sospeso
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FESTIVAL – La terza edizione del festival di Saint-Germanois si è aperta con uno spettacolo pirotecnico di archi e giovani virtuosi con grande complicità.

I musicisti attaccano ilandante con moto dal quartetto D.810 di Schubert. Il tema di La fanciulla e la morte dispiega la sua implacabile tragedia con un ritmo più vivace del solito: gli interpreti sussurrano la melodia sulla punta dell’archetto. Sul respiro. Tutti tra il pubblico mantengono il proprio. L’osmosi è perfetta.

Al primo violino si spezza una corda. Il tempo sospeso sospende quello del concerto. Fuori Febo è in picchiata ma la colonnina di mercurio è ancora alta. A farne le spese è stato il violino Guadagnini di Iris Scialom. “È la mia prima estate con lui”precisa al microfono del cerimoniere, Clément Rochefort.

Un arco montato su molle

Il 26 giugno, al Teatro Alexandre Dumas di Saint-Germain-en-Laye (Yvelines), escono i grandi nomi della liuteria. Per la sua apertura, il festival Les Étoiles duclassique ha convocato il fior fiore dei giovani solisti del Conservatorio di Parigi, tra cui quattordici strumentisti ad arco. Guadagnini, Vuillaume, Gagliano, copie di Stradivari. Non è più Saint-Germain-en-Laye ma Crémone-sur-Seine. Sul palco brillano violini, viole e violoncelli. Il pubblico è esultante. In sintonia con questi virtuosi che danno il massimo in questo Palladio per archi di Jenkins alla nobiltà palatina, o questi Danze rumene di Bartok guidato da un Thomas Lefort con arco montato su molle.

Quest’anno l’evento prevede 7.000 spettatori. Riunisce fino a domenica 200 giovani solisti, sessanta dei quali uniranno le forze durante due concerti sinfonici d’eccezione, diretti da Julien Leroy e Nicolas Chalvin

Il direttore artistico e fondatore (con patron Patrick Petit) dell’evento si è posto la missione di sostenere i migliori giovani talenti come lui provenienti dal CNSM parigino o da scuole prestigiose. Sa come unire. Lo testimoniano questi momenti di musica da camera che scandiscono il concerto come tanti inni alla semplicità, all’amicizia e alla complicità tra musicisti e strumenti, pur avendo personalità già consolidate. Passacaglia di Halvorsen, meno dantès che dantesco per elettrizzare il Théâtre Dumas, sotto il gioco pirotecnico del violinista Grégoire Torossian e della contrabbassista Lorraine Campet.

Dolce malinconia gluckista (Danza di ombre felici) nel flauto sognante di Victoria Creighton e nel pianoforte sfumato di Jean-Baptiste Doulcet. Trio elegiaco di Rachmaninov che rivelerà, accanto a Doulcet e al primo violino della Divan Orchestra, Mohamed Hiber, la sensibilità superficiale del violoncellista Cameron Crozman… Tante promesse di albe radiose per una giovane scena classica che ha ritrovato con queste Étoiles du classico i suoi Champs-Élysées. Quest’anno l’evento prevede 7.000 spettatori. Riunisce fino a domenica 200 giovani solisti, sessanta dei quali uniranno le forze durante due concerti sinfonici d’eccezione, diretti da Julien Leroy e Nicolas Chalvin.

www.lesetoilesduclassique.fr

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