Elezioni legislative a Nantes-Orvault-Sautron. Hélène Defrance (LO) incoraggia lo sciopero

Elezioni legislative a Nantes-Orvault-Sautron. Hélène Defrance (LO) incoraggia lo sciopero
Elezioni legislative a Nantes-Orvault-Sautron. Hélène Defrance (LO) incoraggia lo sciopero
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Hélène Defrance, 74 anni, è la candidata a rappresentare il partito di estrema sinistra Lutte Ouvrière alle elezioni legislative nella prima circoscrizione (Nantes-Orvault-Sautron).

Il suo percorso politico

Il suo impegno risale agli avvenimenti del maggio 1968. All’epoca studentessa liceale, Hélène Defrance credeva che la rivoluzione fosse a portata di mano. Segnata dalla guerra del Vietnam, si unisce a Lutte Ouvrière e al “campo operaio”. Dal 1978 si è candidata a tutte le elezioni sotto l’etichetta del partito politico trotskista. A 74 anni tornò a combattere.

Quello cresciuto in una famiglia “Reazione di destra”ripete instancabilmente: “I lavoratori mantengono in funzione l’intera società. Devono guidarlo. Il capitalismo deve essere rovesciato. »

Unico mandato di questo insegnante di arti plastiche in pensione: consigliere comunale dal 2001 al 2008. Colei che vive nel quartiere La Manu di Nantes, non ha mai smesso di essere la voce della classe operaia. Da questa esperienza si dice particolarmente orgogliosa di aver sostenuto lo sciopero dei netturbini.

Nelle precedenti elezioni legislative, ha ricevuto meno dello 0,7% dei voti.

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La sua misura del “potere d’acquisto”.

Di fronte all’impennata dei prezzi, il candidato auspica una revisione al rialzo degli stipendi, delle pensioni e delle indennità, a seguito dell’inflazione. “I soldi ci sono. Non nelle tasche dei dipendenti, dei pensionati o dei disoccupati. Ma in quelle dei grandi azionisti capitalisti del Cac 40, che sfoggiano profitti miliardari insolenti e intoccabili. »

Come arrivare là ? Hélène Defrance non ci crede “salvatore supremo”. Ci vorrà qualcosa di diverso da una votazione o da una nuova assemblea: “Serve una mobilitazione organizzata e massiccia del mondo del lavoro, attraverso lotte e scioperi”.

La misura che gli sta a cuore

Reindirizzare i 413 miliardi votati in sette anni nella legge sulla programmazione militare affinché possano essere utilizzati “non per fabbricare dispositivi di morte, ma per la sanità e gli ospedali, l’istruzione, l’edilizia abitativa, i trasporti”.

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