Costretto a partire una sera dall'Orne, ritorna con otto amici armati per una spedizione punitiva

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Costretto a partire una sera dall'Orne, ritorna con otto amici armati per una spedizione punitiva
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Editoriale Mortagne-au-Perche

Pubblicato il

20 novembre 2024 alle 5:56

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Si è trattato di un caso molto complicato, con quattro imputati e una decina di vittime, che il tribunale penale di Alençon ha dovuto giudicare durante l'udienza 14 novembre 2024.

Gli eventi hanno avuto luogo il 17 febbraio 2024, presso il municipio di La pancia (Orne).

L'edificio viene prenotato da un team di giovani del paese, tra cui diversi minorenni, per festeggiare il compleanno di uno di loro, alla presenza di alcuni genitori. Al gruppo viene invitata una giovane ragazza che inizialmente non era stata invitata e che dice di avere una relazione complicata con il suo fidanzato notoriamente violento (per questo motivo è già stato condannato).

Nel corso della serata, intorno alle 23, dopo diversi contatti tramite messaggistica, il fidanzato è arrivato in macchina nel parcheggio per avere una “spiegazione” con la compagna. Lei lo raggiunge in macchina quando uno dei padri presenti fa da mediatore e spiega con calma al giovane che è meglio per lui abbandonare la scena.

A lui si uniscono altri ospiti meno tranquilli e ne nasce una fuga precipitosa durante la quale il giovane indesiderato vede il suo parka leggermente strappato, mentre la sua macchina subisce qualche colpo sulla carrozzeria. Poi torna a casa a Senonches.

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Katana e mazza da baseball

L'amante rifiutato contatta quindi alcuni amici per tornare a Ventrouze, per chiedere conto del danno che sente di aver subito. Della squadra fanno parte almeno otto persone tra cui i quattro imputati, disarmati e con il volto scoperto, e altri quattro. Sono vestiti di nero, hanno incappucciati e portano armi per natura o scopo (katana, mazza da baseball, ecc.).

Giunti sul posto, i più virulenti entrarono nella stanza e cominciarono a cercare i genitori, gridando “Dove sono i daron?” Ti scoperemo! Ti distruggeremo! “. I “darons” in questione si erano allontanati dal locale e gli aggressori hanno trovato solo alcuni giovani terrorizzati che hanno subito il ribaltamento di tavoli e il lancio di alcune sedie.

Carcere chiuso

Il paradosso di questo caso è che chi ha minacciato entrando armato nella stanza non viene perseguito. Incappucciati, non potevano essere identificati dalle vittime e i loro compagni, meno cauti di loro e quindi identificabili, non li denunciavano.

Due dei quattro imputati, ai quali potrebbe essere imputata solo la presenza sulla scena senza alcuna partecipazione attiva, vengono assolti. Il terzo che ha commesso l'errore di entrare per qualche istante nella stanza in compagnia degli aggressori è stato condannato a otto mesi con sospensione della pena. Infine, il fidanzato, considerato il principale organizzatore dell'operazione, è stato condannato a 12 mesi di reclusione, di cui 6 con sospensione condizionale.

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