Contemplando la devastazione provocata dal tempo che sta danneggiando la struttura della millenaria chiesa di Sérifontaine (Oise), un senso di vertigine sembra impossessarsi di Philippe Surplie di fronte alla “la grandezza del compito” per restaurare l'edificio. “È una montagna. E la montagna diventa sempre più grande…”preoccupa questo vicesindaco 74enne, a due passi dall'altare maggiore lasciato abbandonato dalla chiusura della chiesa, nel gennaio 2023, per la sua pericolosità.
Questa radicale decisione del sindaco (senza etichetta) della città è stata presa dopo la caduta di una chiave appesa (una chiave di volta recante un pendente scolpito), rivelando danni profondi come il cedimento del tetto e numerose crepe. Dalla chiusura della chiesa di Saint-Denis, questa cittadina di 2.700 anime è privata di ogni cerimonia religiosa. Solo le campane che ancora oggi suonano ad ogni ora in tutta la città hanno resistito all'usura. “Quando i residenti della città devono organizzare un funerale o un matrimonio altrove, è uno shock”sospira il signor Surplie.
Ma, prima di considerare una possibile riapertura di questa chiesa, classificata monumento storico dal 1928, c'è da programmare importanti lavori, per un costo stimato dalle autorità comunali in circa 2 milioni di euro. Una sfida per una città con un budget annuo di 3 milioni di euro. Come Sérifontaine, molte città – responsabili della manutenzione e del restauro degli edifici religiosi costruiti prima della legge del 1905 – si trovano ad affrontare il degrado delle loro chiese e il costo dei lavori.
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Calo di presenze
« Nella maggior parte dei casi siamo coinvolti in lavori di emergenza, perché la manutenzione regolare non è stata eseguita in modo sufficiente e le riparazioni sono state posticipate”aumentando infine il conto, spiega il sindaco di Saint-Flour (Cantal), Philippe Delort (centro vario). Per questi eletti locali si pone anche la questione dell'utilità di destinare tali mezzi a monumenti che soffrono anch'essi di un calo di frequentazione con la caduta della pratica cattolica su tutto il territorio.
Questa situazione ha spinto la Chiesa di Francia a lanciare gli Stati Generali nel settembre 2023 per rivedere questo patrimonio religioso. Pertanto, dei 40.000 edifici religiosi gestiti dai comuni, almeno 1.600 sono attualmente chiusi, soprattutto a causa del loro degrado, si legge nel rapporto reso pubblico lunedì 18 novembre. Secondo l’Osservatorio del patrimonio religioso, tra le 2.500 e le 5.000 chiese rischiano addirittura di essere abbandonate, vendute o distrutte entro il 2030. “Un Paese che non può prendersi cura del proprio patrimonio è un Paese che non può prendersi cura del proprio futuro”ha allertato lunedì sera il ministro della Cultura, Rachida Dati, in occasione della chiusura degli Stati Generali.
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