Franco | Uragano Zaho di Sagazan

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Era l’atmosfera delle grandi serate sabato all’MTelus per il concerto di Zaho de Sagazan, probabilmente il più atteso dei 35Sono Franco. E il fenomeno francese del momento non ha deluso, offrendo una prestazione tanto accattivante quanto esultante.


Inserito alle 23:31

Non era la prima volta che il cantautore di Saint-Nazaire cantava a Montreal. L’anno scorso al Francos, quando aveva appena pubblicato il suo primo album La sinfonia dei fulmini, ha tenuto un concerto gratuito all’aperto su un piccolo palco alle 18, oltre all’apertura per Juliette Armanet. È tornata meno di un anno dopo, lo scorso aprile al Club Soda, questa volta con quattro Victoires de la musique.

La sua ascesa è così fulminea che Zaho de Sagazan cantava Amore moderno di Davie Bowie all’apertura del Festival di Cannes quest’anno… per il regista di BarbieGreta Gerwig, che ha presieduto la giuria.

Ciò dimostra quanto questo ritorno a Montreal sia quello che chiamiamo un evento, e come tale sia stato considerato dal pubblico che lo aspettava con impazienza.

Dopo una prima parte fornita dal duo Bibi Club, Zaho de Sagazan è arrivato sul palco intorno alle 21:15, accolto a gran voce. Ma è stato nel silenzio più totale che si è esibita da sola sulla tastiera Fontana di sangue.

FOTO DOMINICK GRAVEL, LA STAMPA

Zaho de Sagazan si è esibito da solo alla tastiera Fontana del sangue.

Nella seconda canzone, Aspirazione, sarà affiancata da due musicisti, un batterista e un tastierista che è anche un maestro di tutti i suoni elettronici. Installati su piccole piattaforme in un ambiente industriale – a Zaho de Sagazan piacciono i Kratfwerk e si vede – sono questi due a garantire le diverse atmosfere create dal cantante 24enne, che cammina tra pura techno e canzone francese… spesso in stessa stanza, che a volte dava alla prima parte dello spettacolo un’atmosfera un po’ instabile.

Zaho de Sagazan ha eseguito quasi tutte le canzoni del suo unico album. Con una sorta di intensità febbrile e con la voce sempre giusta e sincera, cantava le canzoni d’amore dei suoi sogni, scacciava la tristezza, allontanava l’angoscia e la morte, a volte sulla tastiera (Dimmi che mi amiancora una volta in attento silenzio), per la maggior parte del tempo al microfono, a volte anche scendendo in prima fila di pubblico raccolto in platea.

FOTO DOMINICK GRAVEL, LA STAMPA

Zaho de Sagazan

Niente più passeggiate

Il concerto si è svolto velocemente fino all’attesa canzone, La sinfonia dei fulminiche gli è valso la vittoria come canzone dell’anno.

Il pubblico ha cantato con lei in coro, non chiedevano altro, questa comunione, che ha tardato un po’ ad arrivare.

“Ora stiamo ballando nelle tempeste, questa è la fine delle ballate! », ha lanciato il cantante. Alla fine di Non guardarti, quindi era giunto il momento di sfogarsi. “Non guardarti, lascia andare”, ripeteva come un mantra. Si sono accesi i flash, il pubblico – come il cantante-performer, che ha detto solo una parola: “Dance, dance” – si è lasciato andare alla musica puramente techno. Un momento di liberazione ed esultanza totale durato a lungo, che Zaho de Sagazan ha concluso… sdraiato sul palco.

Come bis, il cantante è tornato per un’interpretazione, in tedesco, di 99 palloni da voloPoi Ah, la vita è bella di Brigitte Fontaine.

“L’ho scelto perché è il ritornello più bello del mondo, e perché è una canzone che ci ricorda che la vita è bella! Grazie per tutto l’amore… e continua ad amare. » Dopo la foto di rito, l’uragano Zaho de Sagazan è riemerso dalla scena e la tempesta si è improvvisamente calmata. Già ci manca.

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