I sindacati nazionali dell’istruzione chiedono una “mobilitazione di massa” il 5 dicembre per denunciare la “politica brutale” del governo

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I sindacati chiedono soprattutto maggiori risorse umane e finanziarie e denunciano l'allineamento del periodo di attesa con il settore privato.

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Pubblicato il 18/11/2024 14:00

Tempo di lettura: 1 minuto

type="image/avif">>Un'aula (foto illustrativa). (DELPHINE MARION BOULLE / RADIO FRANCIA)>>
Un'aula (foto illustrativa). (DELPHINE MARION BOULLE / RADIO FRANCIA)

Le organizzazioni sindacali nazionali dell’istruzione invitano il personale a “una mobilitazione massiccia“5 dicembre per denunciare”disprezzo” dal governo, in un comunicato stampa pubblicato lunedì 18 novembre.

L'aumento da 1 a 3 giorni del tempo di attesa e la riduzione dell'indennità per le assenze per malattia sono misure punitive, come se i dipendenti pubblici fossero colpevoli di essere malati, anche se i governi successivi hanno la pesante responsabilità del deterioramento delle loro condizioni di lavoro“, denuncia l'intersindacato.

A metà novembre le confederazioni sindacali del pubblico impiego hanno indetto uno sciopero per il 5 dicembre in tutto il paese. I sindacati degli insegnanti e del personale educativo nazionale (FSU, UNSA Éducation, CFDT EFRP, CGT Educ'action, SNALC, SUD Éducation) chiedono “una mobilitazione massiccia“denunciare il “Politica brutale“dal governo”che mina i servizi pubblici“.

L'intersindacato sottolinea anche il congelamento del valore del punto indice e l'assenza di una misura salariale per il personale nel bilancio 2025.Il governo stigmatizza i nostri colleghi e allo stesso tempo organizza il degrado del nostro potere d’acquisto“, si lamenta.”Denunciamo inoltre il moltiplicarsi di commenti sprezzanti nei confronti del personale dell'Istruzione Nazionale che non ha esercitato queste professioni, che costituiscono sacchi da boxe e alimentano il brusio politico-mediatico.“, si legge nel comunicato stampa.

Le dichiarazioni dell'ex presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy, durante una conferenza venerdì al Var, ironizzando sui ritmi di lavoro degli insegnanti, sono state accolte molto male dal corpo docente.

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