Di fronte alla situazione di stress idrico vissuta dal Marocco, i rendimenti agricoli hanno subito un calo significativo. In questo senso, il Paese ha aumentato le importazioni di cereali per garantire l’approvvigionamento di prodotti di base alla popolazione. Secondo l’Organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura (FAO), le importazioni di grano in Marocco dovrebbero raggiungere i 7,5 milioni di tonnellate nel 2024, in netto aumento rispetto agli anni precedenti.
Il Marocco sta attraversando una crisi idrica senza precedenti che sta colpendo duramente il suo settore agricolo. Dopo diversi anni di grave siccità, il Paese si trova ad affrontare condizioni più estreme di quelle osservate durante le precedenti crisi climatiche. Questa situazione ha reso particolarmente vulnerabile la produzione cerealicola nazionale, già indebolita dalle difficili condizioni climatiche.
I dati degli ultimi cinque mesi mostrano che le importazioni di cereali hanno effettivamente registrato aumenti significativi. Secondo i dati pubblicati dalla Federazione nazionale dei commercianti di cereali e legumi (FNCL), tra il 1 giugno e il 31 ottobre 2024, le importazioni sono aumentate a un tasso a doppia cifra per quasi tutte le categorie di cereali.
Le importazioni di grano duro hanno registrato un aumento del 69%, raggiungendo 363.323 tonnellate, l’aumento maggiore tra i cereali. Anche il grano tenero ha visto le importazioni aumentare del 15%, per un totale di circa 1,95 milioni di tonnellate, mentre le importazioni di grano foraggero sono aumentate del 50%. Il mais, dal canto suo, ha registrato un aumento del 30%. D’altro canto, l’orzo costituisce un’eccezione a questa tendenza generale, con un calo delle importazioni del 28% nello stesso periodo. In totale, le importazioni di cereali sono aumentate del 16%, per un volume totale di 4,1 milioni di tonnellate.
Diversificazione delle fonti energetiche
Parallelamente all’aumento delle importazioni di cereali, il Marocco ha intensificato gli acquisti di alcuni legumi e prodotti derivati al fine di diversificare le proprie fonti alimentari per l’uomo e gli animali. Le importazioni di farina di soia sono aumentate del 32%, di polpa di barbabietola del 22%, di farina di girasole del 31%, di crusca di frumento del 37% e infine di farina di colza del 26%.
Questi aumenti dimostrano il desiderio di ridurre la dipendenza del paese da una manciata di prodotti di base e di espandere le sue fonti di cibo umano e animale. Tuttavia, le importazioni di alcune materie prime sono diminuite notevolmente. Le importazioni di semi di soia, ad esempio, sono diminuite del 61%, mentre le importazioni di glutine di mais sono diminuite del 78%, a causa del cambiamento dei prezzi internazionali e delle priorità di approvvigionamento.
Sommando i prodotti derivati da cereali e legumi, le importazioni sono aumentate del 18%, raggiungendo 1,04 milioni di tonnellate, portando il volume totale di cereali importati a 5,1 milioni di tonnellate, in aumento del 17% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questi dati cumulativi mostrano una tendenza generale all’aumento dei volumi importati, con un totale di 10,8 milioni di tonnellate di cereali e prodotti derivati importati nei primi dieci mesi del 2024, in aumento del 13% rispetto al 2023. Questa tendenza è particolarmente marcata per il grano duro , le cui importazioni sono aumentate del 30%, ma anche di mais e orzo, che sono aumentate rispettivamente del 37% e del 25%.
Stagnazione dei prezzi sul mercato globale
Nonostante la forte crescita delle importazioni, i prezzi di alcune materie prime rimangono relativamente stabili. Ad esempio, il prezzo del grano tenero si è mantenuto intorno ai 270 dirham al quintale all’uscita dal porto, sostenuto da un sistema di restituzione dei dazi doganali sulle importazioni, messo in atto dallo Stato per ridurre i costi per consumatori e importatori. Secondo Omar Yacoubi, presidente della FNCL, è possibile che i prezzi del grano tenero subiscano un leggero calo, grazie agli abbondanti raccolti previsti in Sud America, che potrebbero aumentare l’offerta globale e, quindi, abbassare i prezzi. Attualmente, le scorte di grano tenero in Marocco coprono circa 3,5 mesi di consumo, con circa 1,57 milioni di tonnellate disponibili.
Le prossime settimane saranno decisive per valutare l’impatto dei raccolti globali sul mercato marocchino, in particolare in Europa e Sud America. La Federazione nazionale dei commercianti di cereali e legumi mantiene un volume di importazione mensile di 450.000 tonnellate di grano tenero per soddisfare la domanda nazionale. L’evoluzione dei prezzi internazionali, che dovrebbero rimanere relativamente stabili nei prossimi mesi, offre l’opportunità di alleviare sia le finanze pubbliche che i consumatori marocchini, in un contesto di crisi agricola e climatica.