Mercoledì è stata emessa la sentenza. Perseguiti per “associazione a delinquere”, “trasporto e detenzione di sostanze stupefacenti” ma anche per “detenzione di tabacco in associazione organizzata”, i nove imputati hanno ricevuto diverse condanne. Appartenevano ad una vasta rete che svolgeva le sue attività nell’Oise, nella Somme, nell’Île-de-France o nella Côtes-d’Armor, riferisce Il parigino che ricorda che il 13 marzo 2021 la polizia ha smantellato questa organizzazione criminale e sequestrato 475 kg di resina di cannabis nel garage di una casa nel quartiere Notre-Dame-du-Thil, a Beauvais, appartenente a Chouaib J., un ex commerciante.
Durante il processo, quest’ultimo ha affermato di aver lavorato agli ordini di Atik J., il presunto leader di una rete di contrabbando di sigarette e narcotici, assente all’udienza. Si dice che sia in fuga in Marocco. Il tribunale di Beauvais ha emesso un mandato d’arresto nei suoi confronti, condannandolo in contumacia a 10 anni di carcere, 60.000 euro di multa penale e 60.000 euro di multa doganale. Chouaib J. è stato condannato a 5 anni di carcere, di cui 6 mesi con la sospensione condizionale, una multa di 15.000 euro e una multa doganale di 20.000 euro.
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Quanto a Dimitri H. e Adama Y., accusati di traffico di droga e in detenzione prima del processo, hanno ricevuto ciascuno quattro anni di carcere. La corte ha inoltre condannato tre dei loro complici a pene che vanno dai quattro ai cinque anni di carcere. Uno di loro, Taoufik M., un tassista, è stato condannato a quattro anni, di cui due con la sospensione condizionale, per aver contribuito al trasporto di droga. “È la sua morte sociale. È padre di cinque figli e perderà la licenza di taxi per aver fatto quattro viaggi con Atik J. senza chiedere cosa trasportasse”, si lamenta Me Sonia Houzé, il suo avvocato.
“Continuiamo a posizionare il mio cliente al centro di tutto questo. Ha riconosciuto la sua responsabilità per la custodia della droga e per il loro trasporto, non ne implorerò la liberazione, ma cinque anni di reclusione sono eccessivi”, si è rammaricato da parte sua Me Jérôme Crépin, l’avvocato di Chouaib J., durante la ultimo giorno del processo. E aggiungere: “ […] Il garage di Chouaib J. era sorvegliato da molto tempo. Per mesi gli investigatori hanno visto Atik J. andare e venire con le valigie. Non erano Babybel lì dentro. Il mio cliente non poteva essere una spia, il caso era chiuso. »