Il centralista ritenuto “distratto” dal legale della famiglia
Il centralista “è stato disattento, non ha finito il suo lavoro, avrebbe dovuto allertare, chiedere aiuto. Secondo i medici legali, se ci fosse stata una reazione immediata sarebbe stato possibile evitare la morte”, spiega Christophe Taffelmacher.
Da parte sua Stefan Disch, avvocato del centralista, osserva che «la sentenza cantonale ordina ulteriori indagini su quattro o cinque punti, ma non indica mai che il mio cliente abbia commesso un reato e debba essere incriminato».
«Il Tribunale cantonale rileva espressamente che il centralista ha molteplici compiti. Questi includono controlli di accesso, telefoni, tenuta di un diario. Infine, la sorveglianza delle celle mediante telecamere costituisce una piccola parte della sua attività. “È molto per un uomo solo”, conclude.
Accusato di omicidio colposo
Il 24 ottobre 2017, mentre veniva costantemente ripreso dalle telecamere del centro di polizia di Blécherette, Lamin Fatty, arrestato per errore, ha subito un attacco epilettico durato circa 1h30. È morto nella sua cella, senza che nessuno intervenisse.
Un agente responsabile della videosorveglianza sarà accusato di omicidio colposo per non essersi accorto di questa crisi. Lo scorso novembre il pubblico ministero incaricato delle indagini ha emesso un’ordinanza di chiusura. Ha concluso che questo “centralista” non aveva avuto alcun ruolo diretto o difettoso nel tragico esito. Ha denunciato la morte a causa di “una catena di circostanze sfortunate”.
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