La Francia tra i sei paesi segnalati dalla Commissione Europea – Libération

La Francia tra i sei paesi segnalati dalla Commissione Europea – Libération
La Francia tra i sei paesi segnalati dalla Commissione Europea – Libération
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Il governo Attalcaso

Con un deficit pari al 5,5% del Pil, lo scorso anno la Francia ha superato il limite fissato al 3% da Bruxelles, così come l’Italia, il Belgio, l’Ungheria, la Polonia, la Slovacchia e Malta. A questi paesi viene ordinato di adottare misure correttive.

Mercoledì 19 giugno la Commissione europea ha aperto la strada alle procedure per disavanzo pubblico eccessivo nei confronti di sette paesi dell’UE, tra cui la Francia, dove le promesse di spesa si stanno moltiplicando a due settimane dalle elezioni legislative anticipate e dove questa decisione era attesa. La Francia ha registrato lo scorso anno un deficit pari al 5,5% del suo prodotto interno lordo, più ampio del previsto, e ha subito un declassamento del suo rating da parte dell’agenzia americana Standard&Poor’s a fine maggio. Queste procedure “sono giustificati” anche per Italia, Belgio, Ungheria, Polonia, Slovacchia e Malta, precisa la Commissione in un comunicato stampa.

L’anno scorso, i paesi hanno superato il limite del deficit pubblico fissato al 3% del prodotto interno lordo (PIL) dal Patto di stabilità, che limita anche il debito al 60% del PIL. Dovranno adottare misure correttive per rispettare le regole di bilancio dell’Unione europea in futuro, pena sanzioni finanziarie. Formalmente, l’esecutivo europeo proporrà agli Stati membri di aprire le procedure in una futura riunione dei ministri delle Finanze del 16 luglio.

Queste regole sono state sospese dopo il 2020 a causa della crisi economica legata al Covid e poi della guerra in Ucraina. Sono stati riformati e riattivati ​​quest’anno. “Questo non significa un “ritorno alla normalità”, perché non viviamo in tempi normali, e certamente non un “ritorno all’austerità”, perché sarebbe un terribile errore”, Lo ha affermato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni, invitando alla “prudenza di bilancio” di fronte ai rischi geopolitici.

Il Patto di stabilità prevede in linea di principio sanzioni finanziarie pari allo 0,1% del Pil all’anno per i paesi che non attuano le correzioni imposte, ovvero quasi 2,5 miliardi di euro nel caso della Francia. In realtà, queste punizioni politicamente esplosive non furono mai applicate.

La Francia, il cui ultimo surplus di bilancio risale al 1974, è stata in una procedura di disavanzo eccessivo per gran parte del tempo dalla creazione dell’euro all’inizio degli anni 2000, ma ne è uscita nel 2017. Il prossimo governo, che lo farà nominato dopo le elezioni legislative del 7 luglio, dovrà inviare a Bruxelles entro ottobre i suoi piani pluriennali di bilancio. Il mese successivo la Commissione formulerà le sue raccomandazioni per il risanamento dei conti pubblici.

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