Lo shock del tour autunnale. A più di un anno dal loro ultimo scontro, nella partita inaugurale dei Mondiali in Francia l'8 settembre 2023, Francia e Nuova Zelanda si incontrano di nuovo, sabato 16 novembre, allo Stade de France.
Da questa data, il XV di Francia e gli All Blacks hanno vissuto degli sconvolgimenti. Nessuna delle due squadre si avvicina a questo incontro con piena fiducia e dovrà fare i conti con diversi infortuni. Uno sguardo indietro a un anno ricco di eventi per entrambe le parti.
Il XV di Francia: tante certezze e qualche dubbio
Il 15 ottobre 2023, il XV francese è stato espulso dalla “sua” Coppa del Mondo per un punto crudele contro gli Springboks. Nonostante la sconfitta, Fabien Galthié aveva ritrovato i suoi uomini e una struttura coerente, con un gruppo colossale e ali scatenate. Ma sapeva anche che lo aspettava un anno nebbioso: il suo mediano di mischia, Antoine Dupont, sarebbe scomparso per otto mesi per prepararsi con successo ai Giochi.
Il Torneo Sei Nazioni, in questo inizio d'anno, ha confermato la sua importanza: un secondo posto alle spalle dell'Irlanda, che ha umiliato gli azzurri a Marsiglia in partenza (17-38), un felice pareggio contro l'Italia (13-13) e due vittorie a finire contro Galles (45-24) e Inghilterra (33-31).
Quella che seguì fu una tournée estiva senza tutti i dirigenti e totalmente oscurata dalle vicende extra-sportive, che i Blues conclusero con una sconfitta in Argentina (33-25). I risultati (cinque vittorie, due sconfitte e un pareggio) non sono il segno di un anno fallito, ma questo XV francese era molto più prevedibile senza Dupont.
Anche lei ha dovuto fare i conti con infortuni importanti: Romain Ntamack è di nuovo in panchina, Cyril Baille è infortunato da tempo, a cui si aggiungono François Cros e Damian Penaud per affrontare gli All Blacks. Abbastanza per costringere Fabien Galthié a provare molti cambiamenti.
Nel 2024, grazie alle varie assenze, alcuni hanno segnato punti, come Nolann Le Garrec, ora sostituto di Dupont, ed Emmanuel Meafou, titolare indiscusso in seconda fila. Altri hanno consolidato il loro status, come il tallonatore Peato Mauvaka o l'ala Louis Bielle-Biarrey.
Nel testamento “emulazione” voluti da Galthié, alcuni stanno abbandonando la porta come Posolo Tuilagi, Paul Boudehent, Emilien Gailleton o Léo Barré, mentre alcuni hanno subito un downgrade, come Cameron Woki, Matthieu Jalibert e Charles Ollivon. L'ex capitano, rimandato al club contro il Giappone, sabato partirà dalla panchina per il suo rientro.
Contro la Nuova Zelanda saranno otto i cambi nel quindici titolare francese rispetto ai quarti di finale del Mondiale. Fabien Galthié continua a forizzare attorno ai suoi dirigenti, e lo schiaffo inferto al Giappone lo ha senza dubbio rafforzato in certe scelte. Di fronte agli All Blacks, passerà alla rivelazione definitiva dei progressi della sua squadra dai Mondiali. “È passato molto tempo dall’ultima volta che abbiamo affrontato gli All Blacks a questo livello. La sfida è immensa”.ha avvertito l'allenatore.
Gli All Blacks: un nuovo allenatore e pensioni da gestire
Anche gli All Blacks hanno vissuto una traiettoria sinusoidale dopo la sconfitta finale, anche di poco, contro il Sud Africa. Anche loro sono in una forma di ricostruzione. Otto titolari si sono ritirati dopo la Coppa del Mondo, inclusi i dirigenti Sam Whitelock, Aaron Smith, Brodie Retallick e Richie Mo'unga.
Costretti ad adattarsi, non hanno ancora trovato una quindicina consolidata, anche se Ardie Savea, Sam Cane (assente sabato), Tyrel Lomax, Rieko Ioane, Will Jordan e il trio dei fratelli Barrett sono ancora presenti. I due cambi principali sono in mischia, dove Cam Roigard ha il difficile compito di subentrare ad Aaron Smith, e in testa: l'austero Ian Foster non convince e lascia il posto all'ex nazionale neozelandese Scott Robertson, con sette trofei con i Crusaders nel Super Rugby.
Resta il fatto che il loro bilancio, di nove vittorie e tre sconfitte nell'ultimo anno, conferma che non sono più travolgenti come prima. “Abbiamo l'opportunità di vincere ma anche l'opportunità di prendere 50″ha avvertito questa settimana l'allenatore degli attaccanti francesi, William Servat.
Sconfitti più volte dall'Irlanda negli ultimi anni, dominati due volte in patria dai Pumas argentini nel 2022 e nel 2024, i neozelandesi hanno saltato il campionato di rugby (il Sei Nazioni dei paesi del Sud) quest'estate. Come i Blues, sono arrivati secondi con una grande vittoria contro l'Argentina (42-10) ma tre sconfitte, contro l'Argentina iniziale (38-30) e contro gli Springboks (31-27 e 18-12).
Ma gli All Blacks, che hanno idealmente iniziato il loro tour nell'emisfero settentrionale questo autunno con due vittorie in Inghilterra (24-22) e soprattutto in Irlanda (23-13), sono in salita grazie alla profondità del loro serbatoio. Sabato avranno la rivincita contro i francesi, che li hanno dominati nelle ultime due volte. “È una squadra che regola i conti dopo aver attraversato anni difficili. Vogliono riconquistare la leadership mondiale”, ha avvertito Fabien Galthié giovedì.
Privata della sua ala esplosiva Mark Tele'a, che aveva ferito gravemente i Blues ai Mondiali, la Nuova Zelanda si sta muovendo come uno specchio per la Francia: un livello molto alto con basi solide, ma in procinto di lucidare la sua forza lavoro. “La Nuova Zelanda lo è capace di rispondere a tutte le forme di rugby. E' una squadra che è molto brava nelle fasi di pura conquista, nel combattimento, nel gioco a terra, in quello aereo e con la massima velocità di sempre.”ha elencato l'allenatore francese.