Storia: “Ginevra creò il prototipo dei ghetti ebraici”

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“Ginevra ha creato il prototipo dei ghetti ebraici d’Europa”

Pubblicato oggi alle 17:35

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Chi ha sentito parlare di Geneva Cancel? La storia resta sconosciuta ai più. Merita però di essere ricordato: Cancel è il quartiere del Centro Storico dove gli ebrei furono costretti a risiedere dal 1428 al 1490, data della loro espulsione. Una targa epigrafica è stata posta questo lunedì non lontano da questa enclave per ricordarne l’esistenza.

Ci sono voluti anni per ottenere questo riconoscimento ufficiale. Nel 2016, il consigliere comunale Sylvain Thévoz ha presentato una mozione “affinché Ginevra onori la memoria di uno dei ghetti più antichi d’Europa”. Il Consiglio comunale lo adotta nel 2021 e ci vorranno altri tre anni per arrivare all’installazione di questa targa, alla fine della stretta rue Marcelle-de-Kenzac, perpendicolare alla Grand-Rue e alla rue des Granges.

Riusciamo a malapena a vederlo, in questo vicolo ingombro di impalcature, situato fuori dal perimetro di Cancel. “Assicuratevi che daremo seguito a tutte le richieste dei vari proprietari affinché questa targa venga presto collocata dove dovrebbe essere, in Place du Grand-Mézel”, ha promesso il consigliere amministrativo Alfonso Gomez.

“Non dobbiamo cercare di annacquare la storia”

Con questo gesto, la Città – che ha incaricato la storica Sarah Pflug di fare luce su questo episodio della storia di Ginevra – intende ricordare la sua “ferma opposizione ad ogni discriminazione che il popolo ebraico e qualsiasi individuo subirebbe a causa della sua origine, della sua nazionalità, della sua cultura o le sue convinzioni”. Un gesto apprezzato dalla comunità ebraica rappresentata lunedì dalla CICAD, dalla Comunità ebraica di Ginevra e dalla Comunità ebraica liberale di Ginevra.

“Non bisogna cercare di edulcorare la storia, parliamo di cancellare – dal latino cancello, barriera, luogo chiuso – ma è il prototipo dei ghetti ebraici in Europa», sottolinea Jean Plançon, autore di due libri sulla storia degli ebrei di Ginevra. Per questo storico autodidatta, sebbene il termine “ghetto” compaia con quello di Venezia nel 1516, il Cancello di Ginevra è in molti punti analogo: “Le misure coercitive, limitando progressivamente la libertà di movimento o l’esercizio di alcune professioni, essere accompagnato da misure vessatorie, come l’obbligo di indossare un segno distintivo, la rouelle; misure intese innanzitutto ad evitare ogni convivenza e ogni condivisione del letto con cristiani”.

Per Jean Plançon, non bisogna confondere la “Jewery” – quartiere in cui gli ebrei si riunivano, a partire dal 1396, su base volontaria – e la “cancel”, istituita nel 1428 su un’area più ristretta e chiusa da due porte. Questo indurimento ne preannuncia altri, fino all’espulsione di “circa 200 persone” nel 1490. “Gli ebrei avevano cinque giorni per partire, lasciandosi tutto alle spalle. La loro proprietà è stata derubata”.

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Sophie Davaris è vicedirettore capo della Tribune de Genève dove lavora dal 2000. Si interessa soprattutto di cronaca locale e di sanità pubblica. Più informazioni

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