Tra le proposte più importanti dell’Unione dei cittadini Bunt Bi figurano in primo piano la riforma del decentramento e l’industrializzazione del paese. Fatimata Sylla ha sottolineato la necessità di dividere il Senegal in cinque grandi regioni (Grande Ovest, Grande Oriente, Grande Centro, Grande Nord e Grande Sud), al fine di gestire meglio le risorse e promuovere uno sviluppo armonico del territorio. Questa divisione mira a sradicare le disuguaglianze tra le regioni e fornire infrastrutture moderne, in particolare nel settore sanitario.
“Non vogliamo più che un senegalese debba lasciare Tambacounda per venire a curarsi a Dakar. Ogni regione deve avere il proprio ospedale di riferimento con attrezzature di qualità”, ha affermato Awa Cheikh Mbengue, sottolineando l’importanza di un’assegnazione equa delle risorse per la creazione di questi. megaregioni autonome.
Anche l’industrializzazione del paese è un asse importante del loro programma. Prevedono la creazione massiccia di posti di lavoro grazie alla creazione di grandi imprese industriali in ciascuna regione, promuovendo la creazione di piccole e medie imprese (PMI) per sostenere questi grandi progetti e sradicare così la disoccupazione.
Un’altra proposta di punta del duo Sylla-Mbengue riguarda la gestione dell’immigrazione. Hanno insistito sulla necessità di un’immigrazione circolare in collaborazione con l’Unione Europea, per offrire ai giovani senegalesi opportunità di lavoro in condizioni migliori, evitando le tragedie umane legate alle partenze illegali verso l’Europa.
“Vogliamo che i nostri giovani possano viaggiare legalmente e lavorare in Europa, non su imbarcazioni precarie, ma in condizioni di lavoro rispettose dei loro diritti”, hanno dichiarato, precisando che questa misura permetterebbe di ridurre il fenomeno del “barsakh ” e per offrire soluzioni sostenibili ai giovani in cerca di opportunità.
La parità di genere e la revisione del codice della famiglia sono priorità anche per Fatimata Sylla e Awa Cheikh Mbengue. Hanno denunciato la discriminazione subita dalle donne, in particolare per quanto riguarda le prestazioni familiari e la disparità di trattamento nel quadro della sicurezza sociale. Secondo loro, è fondamentale che le donne, che portano il peso della famiglia, beneficino equamente dei diritti sociali, in particolare durante la gravidanza e il congedo di maternità.
“Le donne contribuiscono alla previdenza sociale, ma quando sono in congedo di maternità non ricevono l’importo che dovrebbero ricevere. Chiediamo una riforma che permetta un riequilibrio dei benefici familiari, perché le donne sono la spina dorsale della famiglia”, hanno affermato. .
Hanno inoltre chiesto una revisione del diritto di famiglia, in particolare per quanto riguarda la delega dei genitori dopo il divorzio, in modo che i padri assenti non possano più beneficiare di questo diritto se non contribuiscono al mantenimento dei figli.
Infine, hanno espresso il desiderio di rafforzare la rappresentanza delle donne negli organi decisionali, affermando che la loro presenza nelle più alte sfere del potere non è solo necessaria ma essenziale per costruire un Senegal giusto ed equo.
“Vogliamo che le donne siano pienamente rappresentate e che i loro diritti siano tutelati. Saremo portavoce di tutti coloro che soffrono in silenzio e ci batteremo affinché ogni donna, ogni madre, possa avere accesso ai propri diritti e alle pari opportunità”, ha concluso Fatimata. Silla