Vandea: una paziente internata contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico chiede aiuto alla giustizia

Vandea: una paziente internata contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico chiede aiuto alla giustizia
Vandea: una paziente internata contro la sua volontà in un ospedale psichiatrico chiede aiuto alla giustizia
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Editoriale La Roche-sur-Yon

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16 giugno 2024 alle 7:30

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Il giudice sommario di tribunale amministrativo di Nantes ha respinto la nuova richiesta di un paziente di l’ospedale psichiatrico di La Roche-sur-Yon (Vendée) che l’aveva contattata nell’ambito di una procedura d’urgenza, il 4 aprile 2024, per porre fine al suo ricovero obbligatorio.

A tal fine, il ricorrente ha inviato al giudice una copia di una lettera di uno psichiatra dell’Istituto pubblico di salute mentale (EPSM) Georges-Mazurelleil quale “ha offerto per lei un appuntamento per il giorno 29 aprile 2024 alle ore 13,45” affinché potesse essere “esaminata ai fini di una misura cautelare” e ciò “su richiesta” dell’ pubblico ministero di La Roche-sur-Yon Sarah HueT. Il paziente voleva quindi che il giudice “annullasse tutte le decisioni [la concernant] compreso quest’ultimo dal procuratore Huet il prima possibile.”

Il prefetto della Vandea aveva infatti internato l’interessato il 14 dicembre 2023 e aveva deciso il suo “ricovero completo (…) purché non le venisse sostituita un’altra forma di cura” con un’altra decisione “presa su raccomandazione medica”.

Interrogato dall’Agenzia sanitaria regionale (ARS) dei Paesi della Loira, il giudice delle libertà e della detenzione (JLD) del tribunale giudiziario di La Roche-sur-Yon aveva giudicato “giustificata” questa misura e l’aveva mantenuta il 22 dicembre, 2023. Il ricorrente aveva presentato ricorso, ma la Corte d’Appello di Poitiers aveva constatato in data 19 gennaio 2024 che la sua richiesta era ormai “irrilevante” in quanto dal 4 gennaio 2024 la paziente non era più soggetta a “ricovero completo” in psichiatria, ma solo a semplici “cure ambulatoriali”.

“Costringersi a curarsi senza malattia”

La ricorrente, però, non si è fermata qui: il 19 febbraio 2024 aveva infatti chiesto allo stesso giudice del medesimo tribunale amministrativo di Nantes di «revocare il provvedimento di ricovero parziale ancora pendente».

Voleva ancora il prefetto della Vandea “riconosce per posta la leggerezza dei suoi servizi e di quelli dell’Agenzia sanitaria regionale” dei Paesi della Loira: “non conoscono la legge in questo tipo di procedura di ricovero automatico”, ha affermato.

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Voleva quindi che il rappresentante dello Stato in Vandea si assumesse “la formazione (…) di tutti i suoi subordinati” in questo tipo di procedure oppure le versasse “4.999 euro” come “provvista” da effettuare danni che intende pretendere da lui in seguito.

La paziente voleva inoltre che il giudice sommario ordinasse «alla Clinique du Parc e all’ospedale Mazurelle» di «ritirare dalla circolazione i certificati medici» che la riguardano e che le due strutture sanitarie «sanzionassero sanzioni disciplinari». i dottori che li hanno prodotti allo scopo di sfruttare i servizi del prefetto e della JLD”.

Il tribunale giudiziario di La Roche-sur-Yon ha dovuto “annullare l’ordinanza che permetteva di prorogare l’internamento senza cause reali e gravi”, la JLD “ne scrive un’altra al più presto possibile” e il presidente del tribunale di Poitiers di L’appello “distrugge” la sua sentenza del 19 gennaio 2024 “che mina l’autorità della giustizia”.

La sua “reputazione” è “minacciata”

“Detenuto arbitrariamente” e “privato di la sua libertà di andare e venire per quattro settimane”, si ritrova “in imminente pericolo di reclusione” ed è “costretta a prendersi cura di se stessa senza malattia”. La “condizione di emergenza” in questa procedura sommaria è stata tanto più “soddisfatta” perché corre il “rischio di avvelenamento” e la sua “reputazione è minacciata”.

Ma «l’autorità giudiziaria è l’unica autorità competente a pronunciarsi sulle controversie contro l’decisioni di ammissione in cura psichiatricaadottata dal direttore di un istituto sanitario, su richiesta di un terzo o (…) dal rappresentante dello Stato”, gli ha poi risposto il giudice del tribunale amministrativo di Nantes con questa prima ordinanza in data 26 febbraio, 2024. “Ciò vale anche per le richieste di risarcimento delle conseguenze dannose derivanti (…) da tali decisioni. »

In questa nuova ordinanza dell’8 aprile 2024, il magistrato rileva quindi che il ricorrente “non giustifica un situazione di emergenza il che implica che una misura volta a salvaguardare una libertà fondamentale deve essere adottata entro 48 ore”. E un giudice d’urgenza non può “annullare” le decisioni, ma semplicemente “sospenderle” temporaneamente, ricorda allo stesso tempo al ricorrente.

“Non sembra inutile ricordare (…) che “l’oltraggio (…) al magistrato (…) è punito con un anno di reclusione e con una multa di 15.000 euro”, scivola di sfuggita il giudice del procedimento sommario il tribunale amministrativo di Nantes.

GF (PressPepper)

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