Dopo più di quattro lunghe ore di udienza, quando un testimone si presenta e dà risposte sconnesse, dove mancano i ricordi, la sala può ritrovarsi per un attimo divertita: come una pausa in mezzo a fatti pesanti. Ma quando anche il prossimo, poi un altro e un altro ancora segnalano una memoria difettosa, non sono molte le persone che riescono a sorridere.
A poco a poco, mentre scendeva la notte sul tribunale questo mercoledì, questa è la situazione in cui il tribunale e i giurati si sono trovati di fronte agli ultimi testimoni. Tre di loro, due uomini e una donna, avevano preso parte alla festa precedente l'aggressione nell'appartamento di Aurélie; l'ultima, Chloé*, era l'ex compagna di Gaspard e lo ha seguito durante quella serata “per paura che facesse qualcosa di stupido”.
Ma dei due giovani, attualmente detenuti e conoscenti dei coimputati e delle vittime, e di Chloé, il pubblico ricorderà soprattutto “Non so più” oppure “Non ho più ricordi”. Nonostante le domande del presidente, che ripercorre le udienze di quattro anni fa e cerca di ottenere risposte oggi, la risposta spesso cade, implacabile: “Non ricordo. »
A tal punto che Maître Parra-Bruguière, l'avvocato di Kévin, si arrabbia con Chloé, che cita la sua giovinezza e il consumo di cocaina per spiegare la sua perdita di memoria: “In effetti, in questa regione, ho l'impressione che ci siano solo persone in prigione e persone senza memoria. Non capita tutti i giorni di assistere o partecipare indirettamente a questo genere di cose, senza che vi venga rimproverato nulla; hai appreso nei giorni successivi la gravità di quanto accaduto, penso che questo debba ghiacciarti la memoria. Quindi, a questo problema di memoria che hai, non ci credo. »