L’EITI PREDICA LA TRASPARENZA | SenePlus

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Il Senegal ha estratto il primo barile di petrolio dal giacimento di Sangomar le cui riserve sono stimate in circa 630 milioni di barili di greggio e 2,4 Tcf (113 miliardi di Nm3) di gas naturale. Per garantire che questa manna vada a beneficio del Paese, il Comitato Nazionale dell’Iniziativa per la Trasparenza nelle Industrie Estrattive (Cn-Itie) invita lo Stato del Senegal a coltivare la trasparenza, la responsabilità e la tracciabilità.

Il primo barile di petrolio liberato dai pozzi Sangomar proietta il Senegal nella cerchia dei paesi produttori di petrolio. Il Comitato nazionale dell’Iniziativa per la trasparenza nelle industrie estrattive (Cn-Itie) si rallegra di ciò. Ma restando nel suo ruolo, l’Itie sta tracciando la strada da seguire per il governo. “Il Cn-Itie raccomanda allo Stato del Senegal di continuare a insistere sulla corretta distribuzione e supervisione della gestione dei proventi derivanti dallo sfruttamento del petrolio e del gas”, dichiara l’organismo guidato da Oulimata Sarr. L’Itie invita inoltre lo Stato del Senegal “ad effettuare una divulgazione periodica ed esaustiva delle informazioni essenziali al fine di garantire la tracciabilità delle entrate derivanti dal petrolio e dal gas nel bilancio dello Stato”.

Nel suo comunicato stampa che ricorda la genesi dell’avventura petrolifera del Senegal, Itie sottolinea la trasparenza, la tracciabilità e le royalties. Appena salite al potere, le nuove autorità hanno annunciato la revisione dei costi petroliferi dei progetti Sangomar e Grand Tortue Ahmeyim. L’Itie incoraggia “le autorità a finalizzare” queste missioni dedicate all’audit. Ma invita anche il “Ministero dell’Energia, del Petrolio e delle Miniere e il Gruppo Petrosen a rivelare come tracciano e verificano l’accuratezza dei dati di produzione ed esportazione”. Incaricato di “sorvegliare” lo sfruttamento delle risorse minerarie nel Paese, l’Itie invita anche l’operatore Woodside Energy, “in nome della trasparenza ambientale, a divulgare dati sulle emissioni di gas serra (GHG) in conformità con le principali norme di divulgazione esistenti.

Ricordiamo che il Senegal è diventato produttore di petrolio grazie alle riserve del progetto Sangomar, situato a 90 km a sud di Dakar e sviluppato dalla società operativa Woodside Energy e Petrosen. Queste riserve sono stimate a circa 630 milioni di barili di petrolio greggio e 2,4 Tcf (113 miliardi di Nm3) di gas naturale. Con l’82% delle azioni dei blocchi Rufisque, Sangomar offshore e Sangomar deep offshore, Woodside resta la maggioranza, mentre il Senegal detiene il 18% delle azioni tramite Petrosen, società nazionale posseduta al 100% dallo Stato del Senegal.

Secondo gli accordi firmati, le quote dello Stato varieranno in base alla produzione giornaliera definita. E il guadagno finanziario derivante da questo sfruttamento è già stato oggetto di una legge sulla distribuzione delle entrate, ricorda l’Itie, sottolineando che “un massimo del 90% delle entrate del settore del petrolio e del gas sarà destinato al bilancio generale, e un minimo di Il 10% sarà destinato al finanziamento del Fondo Intergenerazionale. Le entrate eccedentarie risultanti dalla differenza tra le entrate previste e quelle effettivamente riscosse costituiranno il Fondo di stabilizzazione e saranno riconciliate alla fine di ogni trimestre.


#Senegal

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