Di fronte ai risparmi richiesti, Seine-et-Marne prevede di rinviare un progetto stradale ritenuto necessario

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Il ministro dell'Economia, Antoine Armand, e il primo ministro, Michel Barnier, all'Assemblea nazionale, a Parigi, il 6 novembre 2024. JULIEN MUGUET PER “IL MONDO”

Mentre il primo ministro Michel Barnier lavora affinché il Parlamento approvi una legge finanziaria per il 2025, molti dipartimenti rinviano l'adozione del proprio bilancio in attesa di sapere in che salsa verranno cucinati. Certo, l’obiettivo è chiaro, ricordato, confermato: come ripete instancabilmente il ministro del Partenariato con i Territori, Catherine Vautrin, l’entità del risparmio realizzato dagli enti locali che apparirà “in fondo alla pagina” dovrebbero essere 5 miliardi di euro.

Sulle modalità le cose possono cambiare. È l'esame del disegno di legge finanziaria da parte del Senato, iniziato in commissione mercoledì 13 novembre, che permetterà senza dubbio agli eletti locali di vedere più chiaro la situazione e, soprattutto, di scoprire la distribuzione tra gli strati. Nel frattempo tutti fanno i compiti.

Ciò è particolarmente vero per i dipartimenti. Perché, più dei comuni e delle regioni, si trovano ad affrontare gravi difficoltà finanziarie; le spese aumentano quando i ricavi diminuiscono. Nella Seine-et-Marne, ad esempio, il presidente (Les Républicains) del consiglio dipartimentale, Jean-François Parigi, prevede di dover fare a meno di 70 milioni di euro l'anno prossimo su un budget complessivo di 1,7 miliardi di euro, di cui 320 milioni di investimenti.

“Non so come farò a superare tutto questo”

Ma il margine di manovra è molto ristretto perché la spesa dei dipartimenti (assistenza sociale, università e strade, in particolare) è molto limitata. “Non so come farò a superare tutto questo”confida Jean-François Parigi. Il presidente del dipartimento ricorda che la riduzione delle imposte sui trasferimenti a fini onerosi (l'imposta riscossa pagando le “spese notarili”, pagate dai privati ​​al momento dell'acquisto di beni immobili), è già costata al dipartimento “100 milioni di euro nel 2023 e 50 milioni nel 2024”.

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Come farlo? Jean-François Parigi non vuole toccarlo “competenze accessorie”come la cultura e lo sport, per concentrarsi nuovamente sulle competenze obbligatorie, anche se “questo è ciò che lo Stato vuole spingerci a fare”considera. “Sarebbe un errore”avverte, perché conta “attrattiva” di un territorio e “I Comuni non possono farcela da soli, senza l’aiuto del dipartimento”. Inoltre, confida il signor Parigi, lui ” nipote[t] non espandere queste aree dove le persone hanno l’impressione di essere abbandonate”auto “esiste un legame tra il sentimento di abbandono e il voto per il Raduno Nazionale”.

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