- Flore Berlingenattivista e autore, fondatore dell'Osservatorio del principio chi inquina paga.
Quando era direttrice della ONG Zero Waste France, Flore Berlingen si interessò al riciclaggio. Dopo aver preso coscienza dei limiti del settore, capisce che si tratta di un “esca sapientemente mantenuto” e pubblica Il riciclo, la grande fumata, come l'economia circolare è diventata l'alibi dell'usa e getta (Rue de l’échiquier, 2020).
Laddove il riciclaggio sembra emergere come una soluzione miracolosa per combattere due grandi problemi ambientali: il consumo eccessivo di risorse e la sovrapproduzione di rifiuti, si rivela inefficace.
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Il riciclaggio consuma ancora troppa energia
Fornendo una risposta molto parziale, i processi di riciclaggio che rimangono ad alto consumo di risorse ed energia non costituiscono uno sbocco sufficiente per l’enorme quantità di rifiuti di plastica che produciamo.
Lei scrive: “Nella corsa al riciclo, la questione dell’utilità sociale degli oggetti prodotti non viene più ponderata rispetto al loro impatto sociale e ambientale. Finiamo per cercare modi per riciclare ciò che in primo luogo non dovrebbe nemmeno esistere. La politica del riciclaggio totale quindi non solo è insufficiente, ma è diventata controproducente.”
La giornalista Anne-Sophie Novel firma l'inchiesta Riciclo della plastica: le bugie dell’industria petrolchimica nell'ottobre 2024 sui media investigativi Disclose.
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Rivela in particolare che, per continuare a inondare impunemente il mondo di plastica, i produttori stanno ora esaltando le virtù del “riciclaggio chimico”. Questo metodo, che ci permetterebbe di riutilizzare all’infinito i nostri imballaggi in plastica e i vasetti di yogurt, secondo alcuni sarebbe un miraggio sondaggio pubblicato lo scorso giugno R dal sito ProPublica dove troviamo grandi nomi del petrolio, ExxonMobil e TotalEnergies…
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