Bruno Le Maire non fa mea culpa al Senato e accusa addirittura il governo Barnier

Bruno Le Maire non fa mea culpa al Senato e accusa addirittura il governo Barnier
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POLITICA – Ha chiesto tanto, ma questa volta è stato chiesto a lui. E niente è colpa sua. Questo è in sostanza ciò che Bruno Le Maire ha voluto dimostrare ai senatori della commissione Finanze della Camera alta. Come potete vedere nel video in cima all'articolointerrogato sullo slittamento del deficit pubblico, l'ex ministro ha preferito fare riferimento responsabilità al governo di Michel Barnier.

Deplorando il “attacchi” et ” bugie “ sofferto secondo lui da allora “mesi”quello che ora insegna a Losanna, in Svizzera, è venuto a difendere la sua ” verità “ nell'ambito di questa missione informativa sulla deriva dei conti pubblici.

Interrogato sulla cronologia dei fatti che hanno portato ad un deficit pubblico stimato al 6,1% per il 2024, lontano dalle previsioni del 4,4% su cui si è bloccato il ministro, ha detto: “Quando mi dicono che il deficit nel 2024 sarà al 6,1%, è la scelta dell’attuale governo (…) Contesto questa cifra del 6,1%. »

“Né colpa, né occultamento”

“Non c’era nessuna colpa, nessun occultamento, nessun desiderio di ingannare. C’è stato sostanzialmente un grave errore tecnico nella valutazione dei ricavi”ha sviluppato Bruno Le Maire. Mentre i ricavi sono inferiori di 41,5 miliardi di euro rispetto alle previsioni su cui ha lavorato, l'ex inquilino di Bercy si è discolpato, insistendo sul fatto che “mai, in nessun momento, né il governo, né a fortiori il ministro, dicono una parola sulla valutazione delle entrate”.

Un argomento che non ha convinto i senatori, e in particolare Jean-François Husson, relatore generale del bilancio. Quest'ultimo non ha nascosto il suo fastidio al termine dell'udienza. “Hai detto: “Ridurre il debito della Francia, per sette anni, era la mia ossessione”. Per fortuna lo dici tu, perché purtroppo i fatti ti contraddicono fortemente. »

Dopo l'ex capo di Bercy, il Senato ascolterà nel pomeriggio Thomas Cazenave, venerdì l'allora ex primo ministro Gabriel Attal e il 15 novembre il suo predecessore Élisabeth Borne.

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