Nato nel 2018, e subito sostenuto da nomi – e non per ultimi – della letteratura e dei media, Émoi des mots delinea il suo quadro: essere “trasmettitori di cultura”, avviando azioni in un campo di intervento artistico, culturale, educativo e sociale.
Di anno in anno, questo festival di parole si è moltiplicato ed è uscito definitivamente dalla riservatezza dei suoi esordi. Con sede a Orthe e Arrigans, si è diffuso in alcuni paesi vicini (una quarantina in totale, «e altri bussano alla porta» confidano i membri del collettivo).
Il festival attira un pubblico (più di 2.000 persone nel 2024) ben oltre questo “distretto culturale” ideato da Jean-François Blanc (presidente), Jean-Claude Barens (direttore artistico) e da coloro (una quindicina di membri) che formano l'Atelier du mot, associazione la cui mission è promuovere progetti artistici legati alla parola e alla letteratura in diverse forme (libri, forme interattive, letture, convegni, laboratori di scrittura).
Più che spettacoli
Questo festival non è fatto solo di momenti di spettacoli e incontri (saranno 25 tra l'1È febbraio e 12 aprile), ma anche altri eventi. Ci sarà Des Mots au fond du terroir, oppure durante la lettura (in 30 minuti) si arriva all'incontro con prodotti locali (30 minuti) come miele, kiwi e salmone.
I laboratori del villaggio che coinvolgono gli abitanti nella creazione di testi (a Bélus e Sorde-l'Abbaye) e i laboratori di scrittura con la scuola di calcio, la casa di cura Pouillon e la scuola di Port rafforzano questo impegno a favore del radicamento culturale territoriale , che quest'anno va ancora oltre, con uno spettacolo nel linguaggio dei segni e una prima collaborazione con il villaggio Alzheimer di Dax.
Si rinnovano le serate Gusto delle Parole e Sapori Locali in collaborazione con i produttori locali. Anteprima del programma sulle pagine Facebook di Atelier du mot e Jean-Claude Barens e sui loro siti: www.latelierdumot.org e www.jean-claude-barens.fr.