Il Cantone di Ginevra sta valutando il ritorno al voto elettronico

Il Cantone di Ginevra sta valutando il ritorno al voto elettronico
Il Cantone di Ginevra sta valutando il ritorno al voto elettronico
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Pioniere in questo campo, Ginevra, nel 2003, ha offerto ai cittadini la possibilità di esprimersi durante diverse elezioni popolari tramite il proprio computer. Poi, fine clic, nel 2019. Il Cantone aveva sviluppato una propria soluzione; ma gli elevati costi d’esercizio e i rischi di responsabilità nei confronti dei cantoni che avevano adottato il metodo ginevrino, come quello di Vaud, condannarono quest’ultimo. Il voto elettronico potrebbe però ritornare tra due anni, nel giugno 2026. È l’auspicio del Consiglio di Stato, che mercoledì ha presentato al Gran Consiglio una richiesta di credito di 3,13 milioni di franchi. L’Esecutivo di Ginevra aveva già espresso il desiderio di tornare al voto elettronico nel suo programma legislativo 2023-2028 (obiettivo 3.5).

Il sistema scelto è quello gestito da diversi anni dalla Posta Svizzera. In passato, però, aveva suscitato forti critiche all’estremità del lago. I funzionari eletti di tutte le parti si sono espressi contro “un sistema sviluppato da una società privata straniera e gestito dalle Poste”. Chiesero invece software “sviluppato in open Source, per consentire la verifica individuale e universale”.

Il Consiglio di Stato spiega oggi che Confederazione e Cantoni hanno lavorato ampiamente sugli sviluppi giuridici del processo in termini di sicurezza, trasparenza e accessibilità al codice sorgente. Entrando in vigore il 1° luglio 2022, le basi giuridiche riviste «corrispondono ora completamente alla nostra filosofia su questi temi, sostiene il governo cantonale. Il sistema soddisfa i nuovi requisiti, sia federali che ginevrini. La direzione constata che dal giugno 2023 il voto elettronico della Posta viene utilizzato «con soddisfazione» a Basilea Città, San Gallo e Turgovia e dallo scorso anno nei Grigioni.

Il termine previsto di due anni per la reintroduzione del voto elettronico si spiega con la necessità di adattare i sistemi d’informazione sui diritti politici di Ginevra al sistema di voto elettronico delle Poste. Inoltre, ottenere l’autorizzazione federale richiede tempo. La votazione elettronica non sostituirebbe il voto per posta o nella cabina elettorale. Offrirebbe un’opzione in più alla popolazione, sia in termini di voto che di elezioni, e a tutti i livelli (comunale, cantonale e federale).

Una necessità, secondo il Cantone

Il Consiglio di Stato chiede il ritorno al voto elettronico perché risponde a un’esigenza, «in particolare dei ginevrini che vivono all’estero e delle persone con disabilità». Aiuta anche a ridurre i volumi di carta. Durante gli anni di funzionamento del sistema, il tasso di partecipazione non è praticamente cambiato. Dopo la sua soppressione, invece, la quota di partecipazione dei ginevrini all’estero è crollata di 9 punti, secondo uno studio del 2022 dell’Ufficio cantonale di statistica.

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