Elezioni presidenziali americane: gli americani in Dordogna sono preoccupati per l'avvicinarsi dei risultati

Elezioni presidenziali americane: gli americani in Dordogna sono preoccupati per l'avvicinarsi dei risultati
Elezioni presidenziali americane: gli americani in Dordogna sono preoccupati per l'avvicinarsi dei risultati
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Le elezioni americane rappresentano un momento di grande tensione per David Bouklas, direttore della Bookie's Bookshop, rue Taillefer a Périgueux. Il newyorkese è sempre cauto quando i clienti americani vengono nel bar della sua libreria. “Ho sempre un momento in cui cerco di vedere quale americano ho davanti a me, sei blu o sei rosso?”, confida. “IOCerca solo di evitare quanti più conflitti possibile qui.”continua David, al suo bancone.

Vieni in Dordogna per evitare tensioni

È proprio a causa delle tensioni che dividono la società americana che David lascia gli Stati Uniti, con una borsa sulle spalle, per la Francia. Allora aveva 25 anni. “Dobbiamo vivere nello stesso Paese, ma non abbiamo più nulla da condividere”, si lamenta.

David non voterà alle elezioni quest’anno. Per lui né Donald Trump né Kamala Harris riusciranno ad allentare le tensioni nel Paese. “È come se guidassi a 250 km/h e arrivassi a 100 metri da un muro. Frenare cambierà qualcosa? È troppo tardi, siamo arrivati.*”

“La peste o il colera”

David pensa addirittura che queste elezioni peggioreranno la situazione attuale: “Negli Stati Uniti non puoi andare in giro per 15 minuti senza vedere gente che litiga o litiga. Penso che le elezioni rappresenteranno la svolta che farà saltare tutto“, dice.

Robert, con il caffè in mano, approva. L'uomo della Louisiana si è trasferito a Périgueux un anno fa con sua moglie. Da allora viene regolarmente a bere un caffè e a leggere i libri inglesi suggeriti da David. In questo periodo elettorale l’argomento inevitabilmente ritorna nei discorsi dei due americani: “Per me non ci saranno vincitori, è come la peste o il colera”, analizza Robert.

Entrambi gli uomini guarderanno comunque i risultati, anche se, come ci ricorda David, “le elezioni non sono fine a se stesse, le seguiamo soprattutto per sapere quando esploderanno le cose”.

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