La diaspora d'oltremare manifesta a Parigi contro l'alto costo della vita

La diaspora d'oltremare manifesta a Parigi contro l'alto costo della vita
La diaspora d'oltremare manifesta a Parigi contro l'alto costo della vita
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“A yen pou yo!” (niente da dare loro, in creolo): alcune migliaia di persone della diaspora d'oltremare, vestite di rosso, hanno manifestato domenica pomeriggio contro l'alto costo della vita all'estero, hanno notato i giornalisti dell'AFP.

In un'atmosfera festosa nonostante la rabbia palpabile, i manifestanti si sono riuniti in Place Denfert-Rochereau, su appello delle associazioni delle Antille e dei Kanak, per radunare il Ministero dei Territori d'Oltremare.

Sugli striscioni in testa si leggeva “Monopoli criminale”, “Insaziabili Békés”, “Rèspektém nous”. “No al caro vita!”, cantava la folla, mentre le bandiere della Martinica, della Guadalupa e del Kanak sventolavano al vento.

“Abbiamo l'impressione che la situazione nei territori d'oltremare non riguardi i francesi in Francia. Questa manifestazione è lì per fare rumore e far conoscere la situazione agli altri francesi”, ha spiegato all'AFP Philippe Mars, vice -presidente dell'associazione Ultramarins Doubout (in piedi, in creolo), organizzatrice dell'evento.

“Chiediamo continuità territoriale. (…) Dobbiamo allineare i prezzi”, ha proseguito, auspicando “che con questo raduno ci sia una svolta”.

Nel corteo, Corry Diomar, 31 anni, padre di quattro figli e famiglia nelle Indie Occidentali, non si offende: “La maggior parte della gente nella Francia continentale non sa che in patria paghiamo il doppio per mangiare. I bambini lì non lo sanno”. Non ho il privilegio di mangiarlo!” Il costo della vita “è peggiorato negli ultimi anni”, insiste. “Un carrello della spesa da Carrefour, qui paghiamo il doppio o addirittura il triplo!”

Stessa situazione in Nuova Caledonia, constata Céleste, assistente sociale di 32 anni e membro di un collettivo Kanak che ha famiglia sul “Caillou”. Lì “è tutto più caro”, testimonia. “Le persone fanno fatica a nutrirsi, a prendersi cura di sé e ad istruirsi adeguatamente”. E “in città è più complicato perché devi pagare tutto, non abbiamo un raccolto alimentare”, secondo lei.

«Si stanno arricchendo grazie a noi», si lamenta Sandrine Rosette, 42 anni, dirigente d'azienda con famiglia in Martinica, riferendosi in particolare alla grande distribuzione.

Alla manifestazione ha preso parte anche un esponente del movimento contro il carovita in Martinica, arrivato il giorno prima a Parigi, Rodrigue Petitot, capo del Raggruppamento per la Protezione dei Popoli e delle Risorse Afro-Caraibiche (RPPRAC). Per lui era “importante mostrare alla diaspora che vediamo la lotta che stanno portando avanti qui per sostenere la nostra lotta lì”.

“Ci hanno detto che la Francia è una e indivisibile, che abbiamo il diritto di spostarci, quindi mangiare dovrebbe essere lo stesso”, ha detto.


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