VIDEO. Al funerale del ciclista ucciso a Parigi, nel suo villaggio natale nelle Alte Alpi, l'emozione ha avuto la precedenza sulla rabbia

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Un cielo azzurro, una temperatura mite, una luce intensa. In molte circostanze, queste condizioni meteorologiche autunnali fanno ben sperare per una giornata felice. Questo sabato 2 novembre 2024, a La Faurie, nella valle del Buëch, si è riunito sì, circa 300 persone, ma per rendere un ultimo omaggio a Paul Varry, giovane 27enne dell'Haut -Alpino. Un giorno di lutto. Il raccoglimento e la temperanza permeavano l'atmosfera. Attorno alla famiglia, dignitosa e solida, tanti valligiani, amici, compagni d'infanzia, compagni di classe, altri parigini.

Un ciclista impegnato nella mobilità dolce si è rotto in bici

Era nell'8° arrondissement della capitale francese che Paul Varry stava pedalando il 15 ottobre. Un automobilista di 52 anni si è ritrovato di fronte a lui, nella corsia dedicata alle due ruote. Dopo un alterco verbale, l'autista sterzerà con il suo veicolo verso il ciclista, travolgendolo e investendolo. Le indagini della polizia hanno portato l'automobilista davanti a un giudice istruttore che lo ha accusato di omicidio e lo ha posto in custodia cautelare. Le immagini della videosorveglianza e l'autopsia effettuata hanno confermato lo svolgimento dei fatti. Quello uno dei fratelli dello sfortunato ciclista così riassumeva il suo intervento: “Ci sono voluti solo 34 secondi perché questo mostro ti togliesse la vita, sfruttando la sua onnipotenza nella sua macchina“.

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