l'essenziale
Tre domande a Élia Conte Douette, fondatrice delle foreste cinerarie in Francia e direttrice dell'impresa funeraria Cime-tree, è all'iniziativa della prima foresta cineraria nella foresta di Arbas nell'Alta Garonna.
Come è nato il desiderio di creare foreste cinerarie?
Nel 2015 ho iniziato ad interessarmi a questo tipo di pratica. Sono schierati nei paesi anglosassoni e tedeschi. Lavoro da diversi anni sui temi dello sviluppo sostenibile, ho una particolare affinità con questo tipo di attività e con il passaggio alla morte. Lo trovo rilevante e mi parla dentro. Nel 2017 mi sono formata per diventare organizzatore di pompe funebri e ho aperto la mia azienda. L'obiettivo era soprattutto quello di comprendere il mondo dei funerali con la volontà di sviluppare le foreste cinerarie in Francia. Ho presentato il concept nel 2019.
Quanti luoghi di contemplazione in Francia?
Poco. C’è il comune di Arbas nell’Alta Garonna, con il quale collaboriamo con il municipio dal 2017, è un concetto che si scontra con le normative, con pratiche che non possono essere riprodotte da un paese all’altro. La preoccupazione di Arbas e delle autorità pubbliche riguardava la legge e la sua interpretazione, perché si trattava di un progetto pilota. In Alsazia, un progetto simile ha visto la luce l’anno scorso. C'è un vuoto giuridico. Ad Arbas sono già sepolte una trentina di persone.
Com'è la meditazione per la famiglia in una foresta cineraria?
L'urna con le ceneri del defunto è posta in una cavità, scavata nel terreno vicino ad un albero. Qualunque sia la foresta cineraria in cui ci si trova, si tratta di un sito cinerario isolato, con normative applicabili, in particolare l'individuazione delle concessioni. Possono essere numeri, coordinate GPS, ecc. Il funerale non può aver luogo senza un addetto alle pompe funebri. Ciò che è obbligatorio è una targa con il nome e il cognome, o anche le date di nascita e morte. Infatti, le persone che fanno questa scelta non necessariamente si riconoscono in un cimitero, in base all'aspetto minerale. Le persone sono sempre più nomadi, non viviamo più dove moriamo e non moriamo più dove viviamo, questa appartenenza al territorio è più diluita di prima.