Imparare il bretone fin dall’asilo è ora possibile nel Finistère

Imparare il bretone fin dall’asilo è ora possibile nel Finistère
Imparare il bretone fin dall’asilo è ora possibile nel Finistère
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Qui si canta, si recita, si parla un po’ di francese… e di bretone. Sono ora 18 i bambini che possono beneficiare di questa nuova sede, attigua alla scuola bilingue franco-bretone di Kerargaouyat. È qui, nel tranquillo quartiere di Saint-Pierre, non lontano dalle spiagge di Maison-Blanche e Saint-Anne-du-Portzic, sulla riva destra della città di Ponant, che ha aperto Jibidi, il primo asilo nido associativo immersivo in bretone della Bassa Bretagna (la vasta parte occidentale della regione), zona culturale all’interno della stessa Bretagna dove si registra chiaramente il maggior numero di studenti e parlanti la lingua bretone.

“Non solo la scuola è vicina, ma anche il collegio Saint-Pol-Roux, che permette di continuare questo apprendimento nella scuola secondaria, è a due passi”, dice Michelle Quéroué-Mary, assistente responsabile della prima infanzia.

Questa struttura ha potuto nascere grazie alla città di Brest (messa a disposizione dei locali integrata da un sostegno finanziario di 150.000 euro in attrezzature e 51.000 euro di sovvenzione operativa per l’anno 2024) e l’associazione Sked, Casa della lingua e della cultura bretone, anch’essa con sede a Brest. Ha inoltre permesso di assumere sei dipendenti, provenienti soprattutto dalla Bretagna. Hanno contribuito al progetto anche la Caisse d’Allocations Familiales (CAF), l’Office Public de la Langue Bretonne (OPLB), il consiglio regionale della Bretagna, il consiglio dipartimentale del Finistère e l’associazione Yaouankizou.

“Al di là del fatto di accogliere un nuovo asilo nido quando vi è una grave carenza di uno in tutta la Francia, siamo lieti di poter sviluppare questo apprendimento franco-bretone. Lo sviluppo del bilinguismo precoce nei bambini è, a nostro avviso, ideale”, continua Michelle Quéroué-Mary, che precisa che la struttura “è aperta a tutti i bambini… e non solo alle famiglie bretoni”.

Per i responsabili del progetto, questa apertura al francese e al bretone è un vantaggio per un buon sviluppo linguistico, fin dall’età del pannolino.

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