In un comunicato stampa pubblicato martedì, la Commissione nazionale per la prevenzione della tortura informa di aver messo in guardia la consigliera di Stato Nathalie Barthoulot, ministra degli Interni del Canton Giura, delle sue “principali preoccupazioni” riguardo alle condizioni di detenzione nel carcere di Porrentruy.
Più che semplici preoccupazioni, la Commissione ha descritto le sue condizioni di detenzione come “inumane e degradanti ai sensi dell’articolo 3 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo”. Ne raccomanda pertanto la chiusura.
La commissione aveva già formulato raccomandazioni nel maggio 2014 riguardo a questa prigione. Quasi dieci anni dopo, nell’agosto del 2023, fece un’altra visita. Secondo i suoi accertamenti: “le persone detenute non hanno accesso all’aria aperta per tutta la durata della loro detenzione, contrariamente alle disposizioni del diritto cantonale sugli istituti di pena e agli standard internazionali in questo settore”.
Ma non è tutto: “La mancanza di accesso all’aria aperta, unita alla scarsa ventilazione e alla virtuale assenza di luce naturale nelle celle, fa sì che le condizioni di detenzione costituiscano, secondo la Commissione, un trattamento inumano e degradante.
Il Canton Giura viene tirato sulle orecchie: «La Commissione aveva già ritenuto inaccettabile questa situazione 10 anni fa. La costruzione di una nuova prigione annunciata allora non è stata realizzata e i piani attuali prevedono una possibile apertura nel 2035.(…) Si rammarica fortemente che le autorità del Canton Giura sembrino minimizzare la gravità della situazione .
