I materiali tessili rappresentano quasi la metà delle emissioni di gas serra nell’abbigliamento

I materiali tessili rappresentano quasi la metà delle emissioni di gas serra nell’abbigliamento
I materiali tessili rappresentano quasi la metà delle emissioni di gas serra nell’abbigliamento
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La guida alla decarbonizzazione destinata alle aziende tessili, realizzata in collaborazione da WeCount (Climate Academy for Businesses), dall’Unione delle industrie tessili (UIT) e da 16 aziende del settore, fornisce dati quantificati sull’impatto ecologico della moda.

Secondo i vari studi già condotti per conoscere e comprendere l’impatto del carbonio del settore tessile, su scala globale o nazionale*, il settore tessile contribuisce tra il 2 e l’8% alle emissioni globali di gas serra.

Con il 44% delle emissioni di gas serra (bilancio GHG), le materie prime tessili rappresentano la principale fonte di emissioni nel settore tessile.

I processi di produzione industriale rappresentano almeno il 20% delle emissioni. L’impatto del carbonio è così distribuito: il 43% proviene dalla filatura, il 34% è legato alle fasi di tessitura e maglieria, il 3% al finissaggio, il 20% alla manifattura. Questo punteggio relativamente basso può essere in parte spiegato dal fatto che le aziende intervistate hanno sede in Francia. Alcuni processi, infatti, si svolgono in Francia, un paese in cui l’elettricità è priva di emissioni di carbonio. Si noti che le diverse finiture generalmente utilizzate durante la rifinizione non sono state conteggiate a causa della mancanza di dati precisi da parte dei fornitori.

Sebbene la catena del valore del settore sia globalizzata, con il 9% delle emissioni di gas serra, i trasporti non sono tra le principali fonti di emissioni nel settore tessile.

Il fine vita dei prodotti venduti equivale al 7% dell’impatto. Ciò include la fine della vita media dei tessili considerati sepolti e inceneriti, nonché quella degli accessori, in particolare quelli metallici, degli imballaggi e dei prodotti chimici utilizzati. Con il 3%, l’impronta di carbonio dei dipendenti (viaggi casa-lavoro, IT, ecc.) è trascurabile rispetto ad altre emissioni di gas serra.

La restante % è così distribuita: energia degli edifici e dei macchinari 6%, acquisti e servizi 3%, utilizzo dei prodotti tessili 3%, altro 6%.

*Studi condotti da Quantis, McKinsey e dalla Ellen MacArthur Foundation e, su scala più locale, come la Francia, da Cycleco.

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