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“Dietro ogni telefono e ogni messaggio c’è una persona che nell’ultimo anno ha dovuto subire un crimine d’odio anti-LGBTQI. Con questa azione vogliamo dare una scossa alla politica e alla società: sono assolutamente necessarie misure contro la discriminazione e gli attacchi contro le persone LGBTQI”, spiega Milo Käser, responsabile del progetto della Helpline.
Le associazioni mettono in guardia da molti anni contro l’aumento degli attacchi. Chiedono misure da parte di Confederazione, Cantoni e città. , Chiediamo concretamente misure di prevenzione e sensibilizzazione su larga scala nella società, formazione delle autorità di perseguimento penale e servizi di sostegno alle vittime, nonché un’adeguata protezione contro la discriminazione delle persone trans , elenca Muriel Waeger, co-direttrice di Swiss Lesbian Organizzazione (LOS).
L’antenna di segnalazione registra le violenze anti-LGBTQI dal 2016. Ha registrato 61 casi nel 2020, 92 nel 2021 e 134 nel 2022. Dei 305 casi denunciati nel 2023, circa il 70% riguardava insulti. Sessantaquattro persone (21%) avevano subito violenza fisica.
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Quasi la metà dei casi si è verificata nel Canton Zurigo (131 segnalazioni). Al secondo posto si trova Berna con 36 casi, seguita dai cantoni San Gallo (27), Argovia (22) e Vaud (14). Il 40% delle segnalazioni sono state effettuate da persone trans. Il 15% dei crimini d’odio sono stati denunciati alla polizia. I crimini d’odio hanno conseguenze a lungo termine per le persone colpite, sottolinea il rapporto annuale. In più di due terzi dei rapporti sono state menzionate conseguenze psicologiche.
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