Uni Mail: uno scontro fisico evitato per un soffio

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Tensioni all’Uni Mail: il gruppo interrompe il minuto di silenzio con le bandiere israeliane

Pubblicato oggi alle 16:35

C’erano diverse centinaia di persone che osservavano un minuto di silenzio per le vittime di Gaza nel cuore di Uni Mail quando un gruppo ha rotto il silenzio, ha spiegato le bandiere israeliane e ha gridato “Israele vincerà” in ebraico. I membri più attivi dell’occupazione Uni Mail hanno quindi dovuto formare una barriera umana per evitare lo scontro fisico.

Pomeriggio estremamente teso questo venerdì all’Università di Ginevra. Mentre una dozzina di persone che esponevano bandiere israeliane hanno potuto essere esfiltrate grazie alla sicurezza, gli occupanti di Uni Mail hanno scelto questo pomeriggio per dimostrare la portata del movimento.

Dopo l’appello alla mobilitazione, rilanciato in mattinata sui social network, diverse associazioni studentesche, ma anche un collettivo ebraico anticoloniale contrario alla politica di Israele e che invita a “non confondere antisionismo e antisemitismo”, si sono avvicendati al microfono.

Il rettore non è venuto

Venerdì, prima dell’alterco durato una decina di minuti, i discorsi e gli slogan sono continuati per un’ora con un obiettivo principale: il rettore Audrey Leuba. Perché, contrariamente a quanto annunciato in mattinata dagli occupanti, l’ex professore di diritto appena insediato non ha risposto all’invito di chi occupa i locali da martedì.

Il movimento CEP-UniGE ha scelto questo venerdì pomeriggio per dimostrare la sua portata. Hanno risposto diverse centinaia di persone.

Perché il rettore non ha fatto il viaggio? Le nostre richieste di intervista con Andrey Leuba su questo tema, e quelle più in generale legate all’occupazione dell’edificio, si sono concluse con un rifiuto.

E’ il portavoce dell’Università, Marco Cattaneo, a rendersi disponibile a rispondere alla stampa. “L’occupazione illecita deve finire”, ripete con sempre più insistenza. Il diritto di manifestazione e la libertà di espressione sono pieni e completi poiché gli studenti possono occupare lo spazio durante gli orari di apertura. Ma l’occupazione notturna, quando l’edificio è chiuso, pone seri problemi di sicurezza”.

Occupazione “illecita”.

L’UNIGE intende dare un ultimatum all’occupazione? “Questo non può continuare all’infinito”, risponde Marco Cattaneo. Questa occupazione illecita non deve diventare un ostacolo al dialogo”.

A questo proposito, giovedì ha iniziato i lavori il consiglio scientifico istituito per rispondere alle istanze del Cep-UniGE. Sabato nuovi dibattiti sono all’ordine del giorno in seno a questo consiglio di dieci persone di cui fanno parte tre rappresentanti del movimento di occupazione filo-palestinese. Giovedì il rettore ha aperto la prima sessione, ma lei non è seduta lì (ci sono un prorettore, dei professori o un altro studente).

Che ne dici di questo consiglio? Il portavoce dell’Unige conferma che il dialogo “non è semplice”, ma assicura che l’istituzione desidera sinceramente affrontare le questioni sollevate dal movimento. Questo “in un approccio accademico”.

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Luca Di Stefano è giornalista nella sezione di Ginevra dal 2013. Laureato all’Accademia di giornalismo e media (AJM), si occupa in particolare di notizie giuridiche. Più informazioni @LucaDiStefano10

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