Ripetute minacce di bombe negli aeroporti dei Caraibi

Ripetute minacce di bombe negli aeroporti dei Caraibi
Ripetute minacce di bombe negli aeroporti dei Caraibi
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Cinque aeroporti dell’area caraibica sono stati successivamente vittime della minaccia di una bomba nel giro di pochi giorni. Ogni volta sono state impiegate ingenti risorse per garantire che non vi fosse alcun pericolo reale e che il traffico fosse interrotto. Gli aeroporti di Turks e Caicos, Bermuda, Isole Vergini britanniche e Indie occidentali hanno sopportato il peso degli “scherzi” autori di queste bufale. Rischiano molto se vengono trovati.

Una serie di minacce di bombe hanno avuto un impatto sulle attività negli aeroporti della regione dei Caraibi. In pochi giorni cinque piattaforme hanno dovuto cessare temporaneamente le loro attività ed evacuare passeggeri e personale. Ogni volta si trattava di falsi allarmi. Tuttavia, hanno causato veri e propri disagi.

Tutto è iniziato una decina di giorni fa, nei due aeroporti internazionali “Jags McCartney” e “Howard Hamilton” delle Isole Turks e Caicos, territorio britannico d’oltremare nel sud-est delle Bahamas. Tra il 26 e il 29 aprile 2024 sono state inviate alle autorità via e-mail ben quattro minacce di bomba. Sistematicamente è stato necessario interrompere ogni attività ed effettuare una perquisizione completa del terminale. Risultato: nessuna bomba, ma lunghi ritardi e un bel caos.
I piantagrane vengono ricercati attivamente.

Condanno inequivocabilmente le azioni di coloro che si divertono a creare il caos nel cyberspazio. La polizia delle Isole Royal Turks e Caicos considera le bufale e le minacce completamente riprovevoli e intese a disturbare la nostra comunità.

Edvin Martin, commissario di polizia delle Isole Turks e Caicos

Dopo questa prima salva, una nuova serie di allarmi simili ha gravemente interrotto le operazioni in altri tre aeroporti dei Caraibi settentrionali.

Domenica scorsa (5 maggio) è successo innanzitutto all’aeroporto “LF Wade”, alle Bermuda. Un’e-mail minacciava direttamente il volo 158 della British Airways, diretto a Londra. Anche in questo caso gli utenti hanno assistito o sono stati protagonisti di una scena di panico. È stato dato l’ordine di evacuare tutti i passeggeri e le autorità delle Bermuda hanno sigillato un perimetro di sicurezza di 9 chilometri attorno all’aeroporto; per niente poiché, durante l’ispezione dell’apparecchio, non è stato trovato nulla.

Poi è stata la volta dell’aeroporto “Terrence B”, nelle Isole Vergini britanniche. Stesso scenario, stesso ritardo accumulato e stesso dispendio energetico e finanziario, pur nel rispetto del principio di precauzione.

Lunedì, infine, all’aeroporto “Clayton J. Lloyd”, di Anguille, si è deplorato un incidente dello stesso tipo.

In tutti questi siti, molte ore sono state perse in scavi essenziali ma, fortunatamente, infruttuosi. Tuttavia, tali ritardi sono spesso sinonimo di notevoli carenze finanziarie, per non parlare dei mezzi impiegati per evitare ogni possibile rischio.
I vari servizi di polizia coinvolti stanno collaborando attivamente per identificare gli autori di queste false minacce di bombe.


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