L’angoscia dei produttori di noci del Lot, devastati dal gelo e dalla concorrenza straniera

L’angoscia dei produttori di noci del Lot, devastati dal gelo e dalla concorrenza straniera
L’angoscia dei produttori di noci del Lot, devastati dal gelo e dalla concorrenza straniera
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Di Editoriale Cahors
pubblicato su

7, 24 maggio alle 19:58

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Questo martedì, 7 maggio 2024, il produttori di noci biologiche del Lot ricevuto Huguette Tiegna, deputata di Lotha Biars-sur-Cèreper fare il punto della situazione, al termine di a drammatico episodio di congelamentoMentre competizione internazionale è più diffuso che mai.


Prima del dibattito in Parlamento, lunedì 13 maggio 2024, sul disegno di legge sull’orientamento agricolo, la deputata Huguette Tiegna si è recata a visitare i coltivatori di noci colpiti dal gelo.

Si è parlato molto di viti colpite dal gelo e danneggiate da diversi anni, soprattutto nel sud del Lot, ma neanche la nucicoltura sfugge ai fenomeni climatici. La deputata Huguette Tiegna si è recata il 7 maggio 2024 ad Aurélien Frégeat, al porto di Lacaze a Biars-sur-Cère, per incontrare un produttore di noci bio e diversi altri suoi colleghi per valutare sul campo le esigenze dei produttori di noci il settore. Sono enormi.

Cinque anni difficili

Aurélien Lacaze ne è un esempio. Insediato da diversi anni nella sua azienda agricola che ha ampliato, ammodernato e convertito al biologico con forti investimenti, non ha ancora un raccolto adeguato. Tra i funghi, l’ondata di caldo, la sovrapproduzione, il gelo e ovviamente la concorrenza straniera, non riesce ancora a guadagnare uno stipendio e ha convertito parte dell’azienda agricola in orticoltura e ha poca visibilità sul futuro del settore. Un settore che sta cercando di organizzarsi meglio in un’unione di produttori, come ha già fatto la regione di Grenoble, per farsi sentire meglio a livello nazionale.

Secondo uno studio citato da BIO 46, che sostiene gli agricoltori biologici, quasi un produttore su due prevede di vedere il raccolto dimezzato ed è preoccupato per il futuro. Se a queste ricorrenti intemperie si aggiunge il prezzo delle noci diviso per 3 in 10 anni e la terribile concorrenza delle noci dell’Est (Romania, Moldavia) o anche del Cile e della California dove le coltivazioni sono senza comuni rispetto a quelle del Valle della Dordogna, basta strapparsi i capelli. Quando la produzione di noci qui costa 2,40 euro e le noci cilene vengono vendute a 1,80 euro, la concorrenza è quasi impossibile. Tuttavia, i coltivatori di noci rappresentano il 18% dei produttori del Lotto. Le aziende agricole sono in costante aumento, passando dalle 402 del 2018 alle 729 di oggi. Ma la produzione francese di noci rappresenta appena il 2% del mercato mondiale.

Essere ascoltato a Parigi

Tuttavia, i coltivatori di noci del Loto si aspettano molta solidarietà e un’assicurazione del raccolto che, purtroppo, oggi permette di compensare il 20% delle perdite basate sugli ultimi 5 anni, ognuno dei quali è stato peggiore del precedente. Vorrebbero una distribuzione più equa degli aiuti e che si tenesse maggiormente conto del valore aggiunto apportato dal settore biologico, cosa che oggi non avviene.

Sono queste preoccupazioni e queste richieste che la deputata vuole portare al ministero, come ha già fatto con i viticoltori del Lot, sperando ancora una volta di ottenere un incontro con il ministro dell’Agricoltura Marc Fesneau. Il deputato sostiene anche Bio 46, il gruppo di agricoltori biologici del Lot che vuole influenzare il dibattito agricolo nell’Assemblea proponendo una serie di misure. La stessa deputata ha presentato un emendamento per l’inserimento dell’insegnamento dell’agricoltura biologica nel programma delle scuole superiori agrarie.

Liza JOLLY

Le 6 proposte di disegno di legge di BIO 46

BIO 46 chiede l’inserimento nel disegno di legge di 6 proposte:
– Promuovere l’insediamento e la trasmissione di aziende agricole biologiche,
– Integrare il biologico nell’educazione agricola,
– Mantenere il terreno biologico in biologico,
– Pianificare la transizione ecologica e sociale dell’agricoltura e l’adattamento ai cambiamenti climatici,
– Garantire la sovranità alimentare con prodotti di qualità, rispettosi dell’ambiente e della biodiversità,
– Ricreare nei territori il legame attorno al biologico tra agricoltori più numerosi e impegnati.

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