Doppio omicidio razzista a Schaerbeek: uno studio affinché le strade ricordino

Doppio omicidio razzista a Schaerbeek: uno studio affinché le strade ricordino
Doppio omicidio razzista a Schaerbeek: uno studio affinché le strade ricordino
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Il 7 maggio 2002, l’orrore attanagliò Schaerbeek. Quella mattina, Hendrik Vyt, un attivista del Vlaams Blok, ha fatto irruzione nell’appartamento dei suoi vicini, la famiglia Isnani – El Hajji, armato di pistola e di una tanica di benzina. Ha ucciso i genitori e ferito due dei cinque bambini prima di dare fuoco all’appartamento.

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Cosa resta di questo duplice omicidio razzista avvenuto a Bruxelles, a Schaerbeek e perfino in rue Vanderlinden? Questo 7 maggio, 22 anni dopo questo giorno buio, solo lenzuola bianche pendono dalle finestre della casa dove è avvenuta la tragedia, e che da allora è stata trasformata in uno spazio per la Fondazione Habiba e Ahmed. Altrimenti niente. “Non abbiamo capito bene cosa sia successo quel giorno.sottolinea Kenza, la figlia maggiore delle due vittime. Sarebbe riduttivo ricordare i miei genitori solo come vittime del razzismo.” Ahmed e Habiba portavano con sé la storia della genitorialità, dell’immigrazione marocchina e di questo nuovo volto di Bruxelles.

Memoria collettiva e diversità

I miei genitori sono diventati simboli della memoria collettiva belga. Ma al puzzle mancava un pezzo.Questo pezzo è quello dello spazio pubblico di Bruxelles dove Habiba e Ahmed sono assenti oggi. E da lì Kenza si pone un’altra domanda. “Lo spazio pubblico di Bruxelles rappresenta bene la diversità della città? […] Mio nonno lavorava nella metro di Bruxelles, penso a questa generazione ogni volta che prendo la metro”.

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In questo senso, la Fondazione Ahmed Habiba lancia un grande studio sulla diversità dei nomi delle strade a Bruxelles con la storica Chantal Kesteloot ma, soprattutto, con i cittadini. Chi lo desidera può contattare la fondazione per partecipare a un ampio censimento dei nomi delle strade di Bruxelles e poi trasmetterli al data scientist Karim Douieb. Il progetto si tradurrà, oltre allo studio, in una mappa interattiva che metterà in luce la mancanza di rappresentanze già osservata nelle strade di Bruxelles.

Poi ? La fondazione vorrebbe vedere dato il nome di Habiba e Ahmed ad una porzione di Vanderlinden Street, per tramandarne la memoria, lenire gli animi e rafforzare i legami tra le comunità,”perché non siamo al sicuro da un altro 7 maggio”. La richiesta è stata presentata al comune nel 2019 e il consiglio comunale ha dato il suo assenso. Il progetto alla fine non è stato realizzato. Il piatto è già pronto.

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