UNDopo le polemiche, è tempo di agire: il governo vallone ha deciso di limitare le quantità di fanghi provenienti dagli impianti di trattamento delle acque reflue urbane utilizzati come fertilizzanti agricoli. Le prime misure di un piano vallone più ampio che mira a limitare i Pfas nell’ambiente.
Ricordiamo che gli impianti di trattamento delle acque reflue rappresentano una delle principali vie di trasferimento dei Pfa nell’ambiente poiché sono ricettacoli di acque reflue e non sono attrezzati per fermare questo tipo di inquinanti molto resistenti. Tuttavia, una buona parte (70%) dei fanghi derivanti dai processi di trattamento viene utilizzata come fertilizzante agricolo. Per determinarne il grado di contaminazione, la SPGE (Società pubblica di gestione delle acque), la società incaricata della depurazione dell’acqua in Vallonia, ha effettuato un audit volto a misurare la presenza di 27 Pfas in questi fanghi. Conclusione: in più della metà dei campioni di fanghi utilizzati in agricoltura vengono rilevati sette Pfa. Di questi, quattro sono stati rilevati in oltre il 90% dei casi e uno in tutti i campioni (PFOS, vietato… dal 2009).
Il governo, però, vuole essere rassicurante: “La stragrande maggioranza dei fanghi riciclati al settore agricolo presenta tassi inferiori ai rari valori limite definiti da alcuni paesi europei o nordamericani. » Il principio di precauzione richiede diverse misure temporanee, che entreranno in vigore il 1È gennaio 2025, sono state adottate dall’esecutivo vallone: limitazione delle dosi di spargimento (da 12 a 6 tonnellate di sostanza secca per ettaro in tre anni), definizione di un limite di 40 microgrammi per chilo di sostanza secca per sei Pfa prioritari (Pfos, PFOA , PFNA, PFHxs, PFDA e PFHxA) e 400 µg/kg per la somma di 22 Pfas, applicazione di sorveglianza rafforzata in caso di superamento di tali valori e avvio di un secondo audit completo delle acque trattate e dei fanghi nell’ottobre 2024.
“Queste misure temporanee adottate mirano a ridurre l’impatto dei Pfas sui flussi esistenti nel nostro ambiente, fornendo allo stesso tempo una solida base per il futuro adattamento degli standard europei”, ha spiegato il ministro vallone della Salute e dell’Ambiente, Yves Coppieters (Les Engagés). . “I risultati di questo audit e le prime misure adottate rappresentano un passo cruciale nella gestione di questa questione ambientale. »