SENEGAL-POLITICA-ANALISI / Le elezioni presidenziali del marzo 2024 non dimostrano progressi significativi nella democrazia senegalese (Alpha Amadou Sy) – Agenzia di stampa senegalese

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Dakar, 7 ott (APS) – Le elezioni presidenziali senegalesi dello scorso marzo non attestano progressi significativi nella democrazia senegalese, essendo prevalso il “dégagisme” come nel 2012 e nel 2000, ritiene lo scrittore e filosofo senegalese Alpha Amadou Sy.

Le elezioni presidenziali del marzo 2024 hanno portato al terzo cambiamento politico in Senegal, confermando l’arrivo al potere del presidente Bassirou Diomaye Faye.

“Dal 2000, il voto in Senegal è stato degagismo. Quello lui [le président de la République en Place] vattene, lascialo andare”, ha analizzato nel suo nuovo lavoro, che ha presentato venerdì a Dakar, presso il Centro di ricerca dell’Africa occidentale.

“Le battute d’arresto che stiamo vivendo sono le conseguenze di questo modo di rimandare i nostri governanti alla loro copia”, sostiene l’autore in questo saggio di 145 pagine, dal titolo “Democrazia senegalese: la roccia Tarpea sempre vicino alle urne”.

In questo lavoro pubblicato da L’Harmattan Sénégal, Alpha Amadou Sy analizza le disfunzioni del sistema politico senegalese negli ultimi tre anni durante i quali il Senegal si è trovato sotto i riflettori.

L’autore ritiene che questa nuova alternanza del marzo 2024 e quella del 2012 siano piuttosto “la difesa e l’illustrazione dell’impegno dei senegalesi a preservare le conquiste ottenute con una dura lotta grazie alla prima alternanza politica avvenuta in Senegal nel marzo 2000” .

Conclude quindi che “gli elettori cittadini senegalesi sono più avanti della loro classe politica”, invitando sia il governo che l’opposizione a recuperare questo ritardo per compiere un grande salto nella democrazia senegalese.

Alpha Amadou Sy consiglia di sforzarsi di “evitare sciocchezze politiche” e di trarre insegnamento da quanto accaduto negli ultimi anni, in riferimento alle rivolte e alle manifestazioni violente che hanno causato diversi morti a partire da marzo 2021.

“Ho l’impressione che la classe politica abbia un’amnesia. Il mio libro è uno sforzo per ricordare ai politici in tempo. Nonostante tre alternanze, il voto resta [un] stomaco molle. Dovremmo andare oltre il dibattito sulle liste elettorali, sull’organizzazione e parlare di programma. Non andiamo avanti”, lamenta l’autore.

Una constatazione che lo spinge a chiedersi “quando avverrà il grande salto” (capitolo 13 del libro).

Lo scrittore-filosofo svolge così il lavoro di storico fissando i fatti degli ultimi tre anni in Senegal. Egli ritiene che l’ultima alternanza del 2024 “non abbia beneficiato della stessa profondità cittadina” delle due precedenti.

Nel 2000, sottolinea l’autore, “il corso politico aveva ereditato le lotte sindacali degli anni ’90”, nonché un potente movimento cittadino con aree di convergenza dei partiti di opposizione, della società civile e della stampa.

Le elezioni presidenziali del 2012 hanno beneficiato della forte mobilitazione contro il tentativo di devoluzione monarchica del potere, il cui “direttore d’orchestra” è stato il Civil Society Consultation and Action Framework sotto la direzione di Alioune Tine, allora segretario generale dell’Incontro africano per la difesa dei diritti umani (RADDHO).

FKS/SBS/ASG/BK

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