Gérald Darmanin si oppone all’aumento delle tasse e suggerisce di “far lavorare di più i francesi”

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Eliminazione del secondo giorno festivo, fine della settimana di 35 ore… Gérald Darmanin ha proposto domenica delle opzioni di risparmio con l’obiettivo di far “lavorare di più i francesi”, criticando l’aumento delle tasse voluto dal governo, che “ucciderà crescita” secondo l’ex ministro.

Il deputato del Nord Gérald Darmanin respinge fermamente l’aumento delle tasse previsto dal governo. È favorevole ad alcune strade altrettanto discutibili, come l’aumento dell’orario di lavoro per i lavoratori attivi.

“Uno shock fiscale non crea una politica economica. E questa strada rischia di uccidere la crescita e di creare disoccupazione di massa”, avverte l’ex ministro dei Conti pubblici e dell’Interno in un’intervista al quotidiano Les Echos. “Quando si accetta la riduzione delle tasse, tutti finiscono per esserne colpiti”, continua.

“Perdiamo il nostro latino”

Giovedì, mentre si avvicina la presentazione del progetto di bilancio da parte del primo ministro Michel Barnier, il deputato del Nord continua la sua campagna di opposizione agli aumenti fiscali temporanei e mirati previsti dal governo.

“È paradossale che un primo ministro della LR abbia come prima misura il forte aumento delle tasse sulle società e sui capitali. Perdiamo il latino”, si infastidisce Darmanin, convinto che “il problema in Francia è che non lavoriamo abbastanza”.

“La risposta giusta” sarebbe quindi “lavorare di più”, prosegue il deputato Ensemble pour la République, annunciando di sfuggita che martedì Michel Barnier si recherà alla riunione del gruppo EPR all’Assemblea.

Una riforma della radiodiffusione pubblica

Gérald Darmanin propone poi diverse leve di risparmio: una riforma della radiodiffusione pubblica, “l’eliminazione del secondo giorno festivo sia nel settore pubblico che in quello privato”, il passaggio a “36 o 37 ore” di lavoro settimanale nel settore pubblico, o ancora la aumento delle tasse di iscrizione per gli studenti stranieri.

“Un’altra opzione è quella di istituire un secondo giorno di attesa per il congedo per malattia nel servizio pubblico”, suggerisce il parlamentare di Tourcoing, che vuole “porre fine definitivamente alle 35 ore”.

Benché membro della “base comune” su cui Michel Barnier intende appoggiarsi all’Assemblea nazionale, Gérald Darmanin annuncia anche che non “voterà” la parte dedicata alle entrate della legge finanziaria 2025, se rimarrà così com’è. «D’altra parte potrei votare per il risparmio sulla spesa pubblica», precisa.

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